Ricerche notturne

Ex Colonia Devoto, tra fantasmi e leggende. I ricercatori di Epas a caccia di fenomeni paranormali

Secondo alcuni, tra i corridoi dell’edificio, si aggirerebbero infatti gli spiriti di bambini e pazienti

ex colonia devoto bocco

Genova. Un luogo dimenticato, ammantato da leggende e racconti. Parliamo della ex colonia Antonio Devoto, collocata tra i boschi del monte Zatta, nel Comune di Mezzanego, in provincia di Genova. Una struttura eretta nel 1930 e inizialmente impiegata per accogliere fanciulli provenienti da famiglie povere o addirittura orfani. Successivamente divenne colonia per giovani e infine, negli anni ’60, centro di recupero per tossicodipendenti. Poi più nulla. Il grande edificio venne abbandonato e ancora oggi giace trascurato.

Nel corso degli anni la ex colonia Devoto si è circondata di leggende macabre e spaventose. Secondo alcuni, tra i corridoi dell’edificio, si aggirerebbero infatti gli spiriti di bambini e pazienti.

Racconti e misteri che hanno convinto i ricercatori di Epas (European Paranormal Activity Society) a effettuare un sopralluogo. Sopralluogo in programma il 25 e 26 maggio prossimi. Epas è un’associazione internazionale che annovera studiosi e semplici appassionati di leggende, religioni, folclore, misteri.

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Rifiutano di essere definiti “ghost hunters”: “E’ un termine non corretto, per quanto ci riguarda – spiegano Massimiliano Maresca e Giuseppe Ferrara, fondatori di Epas – noi non andiamo a caccia di fantasmi, anzi, non utilizziamo nemmeno questo termine. Noi visitiamo posti ammantati da leggende e misteri e ne raccontiamo la storia. In seguito effettuiamo indagini per verificare l’origine di quei racconti legati a presunti fenomeni di natura paranormale. Nella maggior parte dei casi, infatti, le leggende si fondano su suggestione o fervida immaginazione: le nostre ricerche servono anche a questo, a liberare da inquietanti dicerie luoghi che invece necessitano solo di tornare a nuova vita. Strutture come la ex colonia Devoto, infatti, dovrebbero svolgere un ruolo di primo piano per il territorio in cui sorgono, non meritano di essere relegate a ricettacoli di macabre dicerie”.

La spedizione di Epas alla colonia Devoto con le autorizzazioni ed i permessi della società ONLUS proprietaria del terreno e della struttura e con il benestare del comune di Mezzanego, si dividerà in due fasi. Nel corso del pomeriggio sarà girato un vero e proprio documentario sulla struttura: “La nostra associazione è presente in tutto il mondo, un vero e proprio network che conta ricercatori e sostenitori di ogni nazione ed età – spiega Marcello Chichinato e Cavallari Sabrina, che guiderànno l’attività – le ricerche vengono condivise tramite i social network e Youtube e divulgate gratuitamente a chiunque interessato in modo da sensibilizzare l’interesse nel conoscere questi gioielli dimenticati, (ovviamente l’eventuale visita deve essere autorizzata dai proprietari essendo una proprietà privata); di conseguenza anche il documentario che produrremo alla colonia di Mezzanego sarà visionato da migliaia di colleghi e appassionati, dall’Europa all’Australia. In questo modo speriamo di diffondere la conoscenza di questo luogo, magari sensibilizzando verso un pronto recupero e una fattiva riqualificazione”.

Durante la notte sarà effettuata invece la ricerca sui presunti fenomeni di origine Fortiana (paranormali). “Noi non siamo né scettici, né facilmente suggestionabili – continua Chichinato – manteniamo un approccio il più tecnico e razionale possibile. Faccio un esempio banale: se una porta sbatte improvvisamente, in prima istanza andiamo alla ricerca di una corrente d’aria. Se non troviamo spifferi o infiltrazioni o altra spiegazione razionale , allora classifichiamo l’episodio come una probabile anomalia da verificare. Senza scomodare, però, spettri o demoni. Nel corso delle nostre indagini ricorriamo a strumentazioni ad hoc come lettori di campi elettromagnetici, telecamere termiche, fotocamere a infrarossi ed UV: tecnologie in grado di catturare fenomeni non immediatamente percepibili dall’occhio umano. Ma in fin dei conti il nostro primo obiettivo è accendere i riflettori su luoghi che necessitano di essere conosciuti, apprezzati e rivalutati, tentando di sensibilizzare l’opinione pubblica all’eventuale recupero”.

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