Genova. Ancora una volta i comitati in piazza per chiedere una soluzione al problema dei fumi e i rumori delle navi che sono ferme in porto a Genova. A dare il via alla mobilitazione il comitato Tutela Ambientale Genova che ha indetto una manifestazione per martedì 21 maggio, alle ore 17, con appuntamento di fronte all’auditorium dell’istituto Navale, in Darsena.
“Nonostante i nostri sforzi per limitare i danni – spiegano – le navi che stazionano in porto a Genova producono sempre molto fumo, dannoso per la salute e l’ambiente nei quartieri intorno al porto ed anche in collina. Abbiamo fatto rete con altre associazioni di Genova e delle più importanti città portuali, nonché con la Onlus nazionale Cittadini per l’Aria, per ottenere regole ambientali più stringenti è abbiamo sottoscritto una richiesta al Ministero dell’ Ambiente perché il Mediterraneo venga riconosciuto “zona SECA” come i Mare del Nord, il che significa “area di controllo delle emissioni di zolfo”.
Per adesso, comunque, non ci sono state risposte nonostante un incontro, in Capitaneria di Porto, con gli armatori e le istituzioni. “Abbiamo proposto una bozza di accordo volontario per l’utilizzo di combustibile a basso tenore di zolfo già a partire da 10 miglia dal porto, in analogia a quanto già in essere in alte città portuali, Gli Armatori, però, sono rimasti sordi alle nostre richieste e le Istituzioni, pur avendo votato all’unanimità le nostre mozioni, non hanno, di fatto, mostrato la volontà o la forza per esercitare la necessaria pressione su gli armatori.
Questo anche perché, a oggi, le navi continuano ad avere limiti sulle emissioni meno restrittivi di quelle di un’auto o di un impianto terrestre pur essendo delle vere e proprie centrali galleggianti. Circolano traghetti anteriori al 2000, con motori di vecchia concezione che producono incombusti e polveri che si depositano a chilometri di distanza. Nel 2020 entrerà in vigore la nuova normativa IMO che obbligherà le navi ad utilizzare in navigazio combustibili a tenore di Zolfo massimo pari 0.5% norma cui gli Armatori sembrano intenzionati a rispondere modo non uniforme e non sempre chiaro, ma noi chiediamo che tutto il Mediterraneo venga protetto come area SECA”.
“Ogni anno a Genova si segnalano circa 100 morti precoci ed altrettantí ricoveri gravi a causa dell’ inquinamento – ricorda o i promotori dell’iniziativa – e Genova è stata sanzionata per violazione delle norme comunitarie ambientali con multe dispendiose. Secondo ARPAL, infatti, le sorgenti che emettono le maggiori quantità di NOx in atmosfera sono le attività marittime (62%), prioritariamente le navi in stazionamento, seguite dal trasporto su strada (26%).
Le richieste del Comitato sono molto chiare e, se applicate, potrebbero portare a una soluzione accettabile
- Controlli più numerosi sul navi in arrivo con multe salatissime per chi non rispetta i limiti di legge.
- Allontanamento dei traghetti più obsoleti e rumorosi, causa di inquinamento sia chímico che sonoro.
- Monitoraggio della qualità dell’aria più mirato al porto con centraline dedicate
- Regole ambientali più stringenti per garantire salubrità dell’aria e dell’ambiente
- Elettrificazione delle banchine per consentire alle navi di spegnere i motori durante lo stazionamento.
- Riconoscere tutto il Mediterraneo come area SECA, questo obbligherebbe gli armatori a ottemperare a regole ambientali finalmente adeguate in tutti i porti del Mediterraneo ed anche in navigazione. Cadrebbe la minaccia più o meno esplicita degli armatori di spostare i oro traffici verso porti più tolleranti” nei confronti delle emissioni e del rumore.