Genova. E’ un libro sul calcio e sulle sue deformazioni, ma anche un libro sulla società del consumo e sul capitalismo, attraverso tre racconti solo apparentemente slegati tra loro. “Uccidi Paul Breitner” sarà al centro della prossima serata organizzata da Paginaduecento nell’ambito della rassegna letteraria Palo.Incrocio.Traversa!
Martedì 9 aprile alle 20 al Kowalski di via Dei Giustiniani si terrà la presentazione del volume, alla presenza dell’autore Luca Pisapia. Legato ai Wu Ming per stile e ideologia (oltre che per il progetto “Futbologia” e l’accoglimento del libro nella collana “Quinto Tipo”), Pisapia è una delle penne originali della letteratura ispirata allo sport.
«Richard, non ti preoccupare, è tutto a posto. Lascia perdere slogan idioti come Against Modern Football! La mercificazione della nostalgia ci propina un passato che non è mai esistito. Invece che rimpiangere bei tempi mai esistiti, l’unica resistenza possibile è offrire una lettura non pacificata del pallone. Se vuoi raccontare il calcio in maniera rivoluzionaria, non guardare a una presunta età dell’oro del passato, fai esplodere le sue contraddizioni».
Nel limbo sottilissimo tra realtà e finzione in cui si muovono questi personaggi, si apre il ventaglio delle riflessioni politiche sulla storia del calcio: dal totaalvoetbal olandese al catenaccio italiano; da Giuseppe Meazza che incarna la funzione ideologica del fascismo a Rachid Mekhloufi che gioca per il Fronte di liberazione nazionale algerino; dalla disciplina dei reds di Bill Shankly all’anarchismo pirata del Sankt Pauli; dal sedicente comunista Paul Breitner al re ribelle Eric Cantona. Quale scuola di gioco, bandiera o concezione del pallone è riuscita a sfuggire alle logiche del capitale? Tutte, nessuna. Perché il gioco del pallone nasce già moderno. È una merce, un dispositivo dello spettacolo e un apparato del potere. Ecco la relazione indissolubile da cui è impossibile sottrarsi. Per dimostrarlo Luca Pisapia usa la finzione quanto l’archivio, l’inchiesta quanto la saggistica pop, offrendo una narrazione non pacificata che porta a galla le molteplici contraddizioni del pallone. Per farle detonare.