Genova. Si è fatta attendere meno di 24 ore la replica dell’Anpi alle dichiarazioni del capogruppo regionale della Lega Franco Senarega in riferimento allo striscione contro il ministro Salvini (“Salvini attento, ancora fischia il vento. Onore alla Resistenza”) comparso a Uscio e corredato da un stella a cinque punte, facilmente interpretabile come la stella rossa dei partigiani delle Brigate Garibaldi.
Invece Senarega ha parlato di “simbolo delle Br”. “Grotteschi e ignoranti” è la replica dell’Anpi. “Non potremmo definire altrimenti il capogruppo leghista in consiglio regionale Franco Senarega che – si legge in una nota – diversamente dai rappresentanti del suo stesso partito che hanno partecipato alle iniziative commemorative in tutta la Liguria, e che ringraziamo, ha voluto dimostrarsi al servizio permanente del suo leader e ministro dell’Interno, che ha invece cercato di sminuire, inutilmente, il significato unitario di una grande giornata. E, anche in vista delle prossime elezioni nel comune di Recco, Senarega ha pensato bene di diffondere ieri pomeriggio una fotografia di uno striscione appeso ad Uscio in cui, sebbene con un riferimento a Matteo Salvini che poteva essere evitato, si onorava la Resistenza con la stella simbolo delle brigate garibaldine.Senarega però lo ha spacciato – da ignorante – come il simbolo delle Br, come si è affrettato a diffondere in un comunicato che invocava interventi del “suo” ministro, altrettanto pronto a rilanciarlo”.
L’Anpi definisce inoltre “ignobili, oltre che ridicoli”, i militanti di Azione Frontale che hanno appeso in corso Europa a Genova uno striscione analogo a quelli visti in altre città inneggianti al fascismo. “Non si può riservare nessun onore a chi provocò 330 mila morti e 130 mila tra i civili – dice l’Anpi – tutti italiani, vittime della guerra voluta dal fascismo”.
L’Anpi Genova invece vuole ringraziare tuttel e 10 mila persone che ieri erano in piazza a Genova centro e non solo: “le donne e gli uomini, i ragazzi e gli anziani, che hanno festeggiato il nostro 25 aprile. E rilancia un’idea: più storia, più informazione, meno strumentalizzazioni, per restare un paese democratico ed essere, tutti, migliori”.