Genova. Restano preoccupati i sindacati genovesi al termine del vertice al Mise sulla situazione di Piaggio Aero, l’azienda aeronautica con stabilimenti a Genova e Villanova d’Albenga commissariata da gennaio. Dall’incontro a cui hanno partecipato oltre ai sindacati e al governatore Toti il commissario straordinario Vincenzo Nicastro e i sottosegretari al Mise e alla Difesa Davide Crippa e Angelo Tofalo, è emerso un impegno concreto circa una prima tranche di soldi che arriveranno a fine giugno: “Ci saranno a disposizione 48 milioni sui motori – spiega il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro – ma si tratta di commesse vecchie per un reparto che non ha persone in cassa ma che consentiranno al commissario di avere un po’ di liquidità per i fornitori”.
Sul resto per il segretario della Fiom si tratta di una “minestra riscaldata”, vale a dire “senza certezze sulle commesse né tantomeno sui tempi”. In pratica, da quanto emerso, il Governo ha parlato di un piano per l’ammodernamento di 19 P180 già esistenti, e di altri 10 che verrebbero ordinati nell’ambito di un piano decennale. Sui droni dovrebbero arrivare (ma anche in questi casi non ci sono date) i soldi per le certificazioni e in prospettiva l’acquisto di due droni.
“Siamo insoddisfatti perché è un progetto che potrebbe essere interessante – commenta Manganaro – ma siccome non ha tempi e concretezza l’azienda rischia di arrivarci morta”. Sulla stessa linea il segretario della Fim Cisl Liguria Alessandro Vella: “Poche luci e tante ombre – dice – perché sembra che l’impegno politico ci sia ma non ci sono contratti né certezze”. Intanto tra pochi giorni 504 lavoratori di Piaggio Aero andranno in cassa integrazione: “Se quello che più ci preoccupa – dice ancora il segretario della Fim – è ovviamente il futuro industriale di quest’azienda, anche la cassa integrazione è un passaggio delicato per questo già il 2 maggio abbiamo un incontro in Regione dove chiederemo ufficialmente a Filse l’anticipo della cigs”.
Più positivo il giudizio del segretario della Uilm Antonio Apa: Ad oggi registriamo più luci che ombre, ma è chiaro che se in tempi rapidi non arriveranno le certezze richieste saremo costretti a mobilitare di nuovo i lavoratori”.