Bersaglio

Molotov contro Poste Italiane: a Genova sei “attacchi” in tre anni. Gli anarchici: “Un piccolo gesto come forma di vendetta”

La rivendicazione ricorda implicitamente i voli di Mistral Air e attacca le politiche neoliberiste fatte di "deportazioni, omicidi in mare e catture ai confini"

postamat bruciato molotov

Genova. Via del Lagaccio, spianata Castelletto, largo San Francesco da Paola, corso Firenze e poi un’auto bruciata davanti alle poste di Bolzaneto un anno e mezzo fa, prima del maxi rogo sempre a Bolzaneto di questa notte: una o forse due bottiglie incendiarie che hanno distrutto quattro auto e tre scooter. Vanno avanti dal 2016 gli attentati contro gli uffici e i mezzi di Poste italiane, uno degli obiettivi scelti dagli anarco-insurrezionalisti perché considerati corresponsabili nei rimpatri dei migranti. Poste italiane era stata accusata di aver fornito in passato velivoli della compagnia Mistral Air, di proprietà del gruppo, per le espulsioni.

In realtà i voli, usati in passato per trasferimenti interni, sarebbero da tempo sospesi. In questo senso si può leggere nella rivendicazione dell’attentato di oggi, comparsa sul sito d’area Roundrobin.info una sorta di riferimento al passato: “Non dimentichiamo il ruolo diretto e vigliacco di poste italiane nella deportazioni dei migranti”. E rivendica l’episodio definendolo “un piccolo gesto come forma di vendetta”.

Il comunicato è firmato da una sigla finora sconosciuta agli investigatori della Digos: “Anarchici per la solidarietà internazionalista. Dopo una lunga citazione dell’anarchico francese Ravachol, la rivendicazione, arrivata a poche ore dal rogo, attacca le “politiche neocolonialiste ed assassine del neoliberismo” dei governi che si sono succeduti negli anni in Italia e in Europa e le conseguenze di tali politiche, tra le quali gli anarchici inseriscono il fenomeno migratorio, “oggi gestite col pugno di ferro con la chiusura delle frontiere, dei porti e con deportazioni, omicidi in mare e catture ai confini”. Nella rivendicazione si contestano anche gli accordi dell’Italia con la Libia e si esprime solidarietà a “chi lotta contro questo sistema di sfruttamento e contro la violenza dello Stato”.

Per gli attentati alle Poste di questi anni sono stati aperti altrettanti fascicoli da parte della direzione distrettuale antimafia e antiterrorismo, ma i responsabili non sono stati finora individuati ad eccezione di due casi (i plichi esplosivi a Castelletto e in via Lagaccio) che sono stati trasmessi alla Procura di Torino e inseriti nella maxi inchiesta che il 7 febbraio ha portato all’arresto di sei anarchici nel corso dello sgombero dell’Asilo occupato nella città della Mole.

Per il maxi rogo di questa notte la Digos di Genova dopo i rilievi della scientifica ha acquisito alcune telecamere della zona anche perché l’ufficio postale di Bolzaneto, nonostante il precedente attentato, non ha installato un sistema di videosorveglianza.

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