Genova. Come far fruttare un imprevisto. Per un problema di diritti il musical Sunset Boulevard non poteva andare in scena dal 12 al 14 aprile al Teatro Carlo Felice. La sostituzione è davvero intrigante, anche solo per l’accostamento: Rapsodia satanica e Gianni Schicchi. Ecco gli orari: oggi ore 20; sabato 13 aprile 15.30 (turno F) e 20 (B); domenica 14 aprile 15.30 (C).
Rapsodia satanica è un film muto del 1917, diretto da Nino Oxilia. Si tratta di una sorta di Faust al femminile: un’anziana signora dell’alta società fa un patto col diavolo per riavere la propria giovinezza, però non deve più innamorarsi. Finirà al centro del corteggiamento di due fratelli. Protagonista una star del muto dell’epoca, la genovese Lyda Borelli (nata a Rivarolo che, al tempo, era Comune autonomo, poi confluito nel 1926 nella città di Genova il 26 marzo 1884 e morta a Roma il 2 giugno 1959). La pellicola, terminata nel 1915, uscì solo due anni dopo per dispute interne alla casa di produzione. I più attenti troveranno citazioni pittoriche, una decadenza di ispirazione dannunziana, richiami letterari. Il punto di forza è proprio la colonna sonora di Pietro Mascagni, che diventò il primo compositore di professione in Italia a firmare una colonna sonora, sincronizzandola con le scene del film. Questa sonorizzazione viene definita “uno degli accompagnamenti più raffinati e complessi della storia del cinema muto e sonoro”. Nella versione restaurata del 2015 il film dura 44 minuti.
Tema “mefistofelico” anche per il Gianni Schicchi: opera comica in un atto di Giacomo Puccini (libretto di Giovacchino Forzano), visto che è ispirata al XXX Canto dell’Inferno dantesco. Curiosamente fu composto proprio nel periodo in cui uscì Rapsodia satanica. Faceva parte di un Trittico insieme a Il Tabarro e Suor Angelica. Fu l’unico però a essere ben accolto sin dall’inizio.
Il Teatro Carlo Felice ripropone l’allestimento prodotto nel 2012, nella messa in scena con la regia del grande baritono Rolando Panerai. Le scene dell’allestimento sono state realizzate da Enrico Musenich. Principali potagonisti Federico Longhi (Gianni Schicchi) e Serena Gamberoni (Lauretta).
La trama: Siamo nel 1299 e Gianni Schicchi (baritono), cavaliere noto per la sua furbizia, viene chiamato dalla famiglia Donati per risolvere un problema: Buoso Donati, ricco mercante è spirato, lasciando l’eredità a un convento di frati. Con astuzia riuscirà a rovesciare la situazione, ma a suo vantaggio.
Il brano celebre: Lauretta, figlia di Gianni Schicchi, è innamorata del nipote di Buoso Donati e riesce a convincere il padre a interessarsi della faccenda con la romanza “O mio babbino caro“. La riconoscerete subito perché è molto nota. Qui la proponiamo cantata da Maria Callas