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Italia in Comune: “Su esplosivo per ponte Morandi ha ragione Rixi”

Tuttavia il partito aggiunge: "La data della riconsegna del ponte ricostruito identificata da Bucci e Toti nel 15 aprile 2020 è semplicemente ridicola"

Ponte Morandi monconi est ovest pile pila 15 aprile cantieri lavori

Genova. La sezione ligure di Italia In Comune, il partito fondato da Federico Pizzarotti, sindaco di Parma fuoriuscito dal Movimento 5 Stelle,  concorda con il viceministro Rixi sull’opzione esplosivo per la demolizione del ponte Morandi.

“Mandare gli operai a demolire un oggetto degradato e che, per altro, crolla non appena si tocca, è semplicemente  irresponsabile – scrive in una nota la rappresentanza ligure – per quanto concerne l’amianto, l’esplosione massimizza le polveri, ma minimizza i tempi e si può gestire la situazione evacuando gli abitanti. Demolire “a mano” significa avere meno polvere, ma per mesi e mesi. In tutto il mondo, questo genere di strutture vengono demolite con esplosivo, anche quando i quantitativi di amianto contenuto sono assai maggiori rispetto al caso genovese, dove è pochissimo. Si allontana la popolazione, gli operai indossano maschere e tute. La polvere resta sollevata per 1-2 ore; si bagna, si lava via, organizzando cisterne per non far risollevare la polvere i giorni successivi”.

Secondo Italia in Comune “Si potrà dare un contributo ad ogni persona per lo spostamento e il pernottamento lontano da casa per i 2 giorni necessari alle operazioni, e poi tutto si conclude. Per noi non è difficile dare ragione a un nostro avversario politico, se buon senso e conoscenza del tema convergono sulla sua tesi, ma forse la Lega potrebbe riconoscere che la data della riconsegna del ponte ricostruito identificata da Bucci e Toti nel 15 aprile 2020 è semplicemente ridicola”.

Per Italia in Comune “I leghisti potrebbero riconoscere che si è trattato di una previsione da propaganda politica e non di un calcolo realistico. Potrebbero anche riconoscere, che i balletti messi in scena sulla “questione amianto” nelle scorse settimane erano essenzialmente utili per creare un espediente o una scusa cui ricorrere quando occorrerà dire alla popolazione che il 15 aprile 2020, non sarà pronto un bel nulla. Del resto il lungomare Canepa che doveva essere riconsegnato il 13 aprile corrente, è tutt’altro che finito  e i lavori dureranno ancora mesi: se non sono in grado di terminare una strada in pianura, cosa accadrà per un ponte?”.

 

 

 

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