Genova. Approvata all’unanimità dal consiglio del Municipio Levante, la mozione della Lega, primo firmatario il consigliere Samuele Aiesi, per vietare l’utilizzo di plastica monouso sul litorale. “Dalla prossima stagione estiva, sul nostro territorio partirà una sperimentazione per vietare l’utilizzo di oggetti di plastica monouso in spiaggia. Inizialmente – spiega il consigliere – l’idea era di delimitare la zona alla sola spiaggia di Vernazzola su cui applicheremo lo smoke-free, in sede di discussione e in accordo con la giunta, tuttavia, abbiamo convenuto di estenderla su tutto il litorale, da Vernazzola a Capolungo”.
L’idea prende spunto dalla direttiva comunitaria, che ha l’obiettivo di prevenire e ridurre l’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, in particolare l’ambiente acquatico, e sulla salute umana, nonché promuovere la transizione verso un’economia circolare con modelli imprenditoriali, prodotti e materiali innovativi, contribuendo in tal modo al buon funzionamento del mercato interno.
“Siccome già altre regioni italiane hanno deciso di anticipare l’applicazione di questa direttiva – dice Aiesi – ho ritenuto opportuno chiedere che anche il nostro Municipio possa rendersi virtuoso. Inoltre, l’obiettivo di questa richiesta è quello di sostenere soluzioni innovative per nuovi modelli imprenditoriali e promuovere alternative a base biologica e una bioeconomia innovativa, che apporterà nuove opportunità alle imprese e aumenterà i vantaggi del consumatore”.
In particolare, riguardo alle bottiglie per bevande, l’iniziativa ha l’obbiettivo di avere un impatto positivo diretto sui tassi di raccolta, sulla qualità del materiale raccolto e sul successivo riciclaggio, creando opportunità per le imprese operanti nel riciclaggio e per l’aumento del contenuto riciclato dei prodotti.
“Oltre all’applicazione dell’ordinanza e al controllo dei soggetti preposti al rispetto del regolamento – conclude Aiesi – chiederemo alla giunta comunale di installare adeguata cartellonistica sulle spiagge per indicare l’indice di biodegradabilità di questi oggetti, questo per cercare per quanto possibile di sensibilizzare l’utenza a preferire altro tipo di prodotti che non portino danni e degrado all’ambiente”