Genova. “Io penso che questa pratica, che è rituale e non terapeutica, sia un problema di tipo culturale, di educazione sanitaria e che ci siano dei genitori che fanno interventi di quella natura, su un tavolo di una cucina penso sia inaccettabile, in qualsiasi cultura e in qualsiasi società”.
La vicepresidente del Regione Liguria, Sonia Viale, che ha la delega alla sanità, risponde così alla domanda sull’inserimento nei Lea, i livelli essenziali di assistenza, come già accade in Toscana, della circoncisione rituale, che ha portato alla morte di un neonato, ieri a Genova.
“Quella della Toscana è una scelta politica – sottolinea Viale – loro hanno ritenuto di utilizzare risorse del sistema sanitario pubblico per una pratica rituale, che nulla ha a che vedere con la sanità. Far rientrare nei Lea anche queste pratiche aprirebbe un fronte complesso, perché ci sono molte altre richieste che potrebbero essere rivendicate. In Regione Liguria le risorse del fondo sanitario nazionale le utilizziamo per dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini”.
Tra questi, spiega l’assessore, rientra anche l’educazione sanitaria, fondamentale per la prevenzione. “Ho chiesto ai nostri consultori – conclude – di accompagnare le famiglie che hanno queste sensibilità in un percorso di educazione e formazione, perché noi puntiamo sulla prevenzione”.
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