Genova. Cartelli, slogan urlati, tute bianche e maschere antismog: cinque manifestazioni da parte dei comitati Liberi cittadini di Certosa, Comitato Borzoli & Fegino, Comitato Per Pra’, Comitato Palmaro, Comitato San Biagio, Comitato Lungomare Canepa, Cornigliano per la città. snodate in diverse location (Cornigliano – Rotonda di Via San Giovanni D’Acri, Palmaro – Pra’ – Via Pra’, 171r ( Oreficeria Ferrando ), Pegli – Via Pegli, 70 (Bar Risveglio), Pra’ – Via Pra’ angolo Via Cordanieri e Sampierdarena – Via Sampierdarena, 34 – presso Municipio Centro Ovest).
Comitati, residenti e cittadini sono scesi in strada per chiedere più tutele sulla propria salute.
E’ la seconda manifestazione, dopo quella di qualche domenica fa in lungomare Canepa, che vede tutte le realtà ponentine unite per nuovi progetti impattati e nuove servitù. Non una folla oceanica di persone ma energie che in modo costante, da tempo, si battono affinché i vari quartieri della città abbiano uguali diritti.
Le manifestazioni sono state pacifiche. Stamani qualche disagio al traffico. Alla fine della mattinata i comitati a Sampierdarena hanno raggiunto quelli a Cornigliano.
Ecco le questioni sul tavolo, come si legge in un comunicato, quartiere per quartiere:
Voltri,
vedrà sventrata Villa Duchessa di Galliera e dovrà vigilare sull’espansione ad ovest del porto di Pra’ ed a sud, oltre la diga foranea, del c.d. Bruco e rinunciando alla sua spiaggia e al suo affaccio al mare.
Palmaro,
sta subendo l’ampliamento della ferrovia a sei binari, funzionali alla circolazione di nuovi treni merci con conseguente movimentazione h.24 sotto le case degli abitanti del luogo, già vessati dal via-vai di migliaia di camion portacontenitori diretti in porto. Al momento nessuna fascia di separazione tra porto industriale e città.
Palmaro, Prà e Pegli
convivono costantemente con meganavi e migliaia di camion fonte di rumore e gas tossici generati dai loro motori. Si prospetta il rischio di espansione del porto a levante, il settimo modulo, con interramento del mini specchio di mare ancora esistente, nonché la collocazione di depositi chimici o container.
Val Varenna,
i camion transitano diretti alla cava Piana di Carlo e che spesso non sono adeguatamente coperti. A tutti questi problemi si aggiunge la questione del materiale conferito nella cava che ormai da tempo è diventata una discarica.
Multedo,
convive con i depositi chimici in mezzo alle case mentre tutto il Ponente subisce il ricatto dei settanta posti di lavoro di Carmagnani e Superba.
Sembra impossibile che non si riesca bonificare le aree e ricollocare utilmente in porto i suddetti lavoratori.
Cornigliano,
nonostante una parziale riqualificazione, potrebbe veder collocato un deposito di GNL (Gas Navale Liquido) ed ospiterà il nuovo depuratore che lavorerà i reflui di 300.000 cittadini genovesi. Subisce gli effetti nefasti della nuova Gronda Mare in termini di inquinamento ambientale ed acustico.
Sampierdarena,
vive il travagliato rapporto con la nuova Gronda Mare autostradale che si assomma nevralgicamente al traffico portuale, ferroviario ed aereo. Si appresta ad un maxi ampliamento del porto per ospitare le super portacontainers cinesi con gravi conseguenze ambientali. Ospita 5 dei 12 siti a Rischio di Incidente Rilevante di Genova (RIR).
Fegino e Borzoli,
deposito di idrocarburi teatro dello sversamento di 700 mila litri di petrolio il 17 aprile 2016, emissioni da movimentazione idrocarburi. Ex Eltin azienda meccanica abbandonata da oltre 30 anni con presenza sui tetti di eternit fatiscente tanto. Dietro ai giardini Montecucco salita al lago altro edificio ex opificio archeologia industriale area Fossati ora sotto sequestro. Depositi di container e relativo impatto sul traffico in strada pericolosa e priva di marciapiedi.Poi ovviamente discarica a 700 mt di altezza di monte Scarpino.
Certosa,
con discariche tossico nocive, Via Piombelli e Via Manuseto l’azienda dei depositi dei fanghi delle bonifiche, i cantieri del parco ferroviario. Ormai Certosa insieme a Sampierdarena e, precisamente Via W. Fillak, è sinonimo di Ponte Morandi ovvero di morti, sfollamento, chiusure attività, licenziamenti, detriti e rischio amianto.
Rivarolo,
deposito di Amiu dove c’è uno stoccaggio all’aperto della frazione umida raccolta presso le grandi utenze quindi ora mensa per gabbiani. In via Ferri lavori fermi per il nodo ferroviario con data di fine lavori inesistente.
Teglia,
di fronte a mercatone uno, ora chiuso, c’è area Miralanza enorme area abbandonata da decenni.
Trasta,
ci sono gli scavi per i lavori del terzo valico montagna distrutta.
I cittadini del ponente ritengono che l’esistente sia sufficiente ed attendono da anni una seria pianificazione sui temi della salute e dell’ambiente da parte di chi questa città l’ha governata o la governa.