Genova. A fine maggio 2018 Amiu e il Comune di Genova ci avevano fatto sapere che c’era “un nuovo colore in città”. Quel colore era il marrone di circa 1300 nuovi cassonetti per la raccolta del rifiuto organico – l’umido – che avrebbero punteggiato le strade di molti quartieri. Il posizionamento dei cassonetti era stato accompagnato da una fitta campagna di comunicazione, dalla distribuzione municipio per municipio dei mastelli in plastica per la raccolta casalinga e da un obbiettivo che per adesso è molto lontano dall’essere raggiunto.
Il direttore di Amiu Tiziana Merlino, durante la conferenza stampa di presentazione aveva spiegato che nel 2017 erano state raccolte circa 14 mila tonnellate di organico (frazione recuperata 23,25%). L’obbiettivo, assai ambizioso, era di arrivare a fine 2018 con 47 mila tonnellate, ovvero 76 chili procapite. A fine 2018 le tonnellate raccolte sono state circa 17 mila.
Nel frattempo, va ricordato, c’è stato il crollo di ponte Morandi e la distruzione del isola di Rialzo a Campi, dove si trovava anche un sito di “trasferenza” dell’umido. E tutta una serie di problemi logistici e di riorganizzazione del personale legata a quell’avvenimento. Sta di fatto che la distribuzione dei cassonetti in città si è interrotta, escludendo i quartieri di San Martino e San Fruttuoso, Albaro, Cornigliano.
Non solo. L’analisi del conferimento da parte dei genovesi nelle diverse zone della città ha portato Amiu a valutare e attuare alcuni aggiustamenti: così è probabile che anche sotto casa vostra un bidone grande sia stato sostituito da un bidone piccolo, o magari sia stato eliminato o spostato altrove. Questo sia per razionalizzare la raccolta sia per evitare che passassero troppi giorni per il ritiro del rifiuto da parte dei compattatori. Il punto è che ancora troppo spesso quei cassonetti marroni sono mezzi vuoti o pieni di materiale che non è rifiuto organico. “Le cose stanno progredendo, la qualità del rifiuto conferito è migliorata – spiegano da Amiu – ma quello della raccolta a modello stradale, anziché un sistema porta a porta, è un processo lungo da assimilare da parte dei cittadini”.
Entro fine marzo, inizio aprile l’azienda che gestisce il ciclo dei rifiuti presenterà una riorganizzazione complessiva della raccolta dell’umido. Non solo una diversa disposizione, già in atto, dei cassonetti. Ma anche una maggiore attenzione alle utenze non domestiche: ristoranti, mense, ortofrutta, fioristi e così via. Oggi sono 2300 quelle che hanno a disposizione un bidoncino dedicato, Amiu punta ad arrivare a 3500 circa con un progetto specifico sul recupero degli scarti di cibo.