Genova. Il giorno fissato per la demolizione con esplosivo della pila 8 di ponte Morandi è fissato per sabato 9 marzo, in una fascia oraria tra le 10e50 e le 11e15, ma l’ultima parola arriverà dalla prefettura giovedì, durante un’ulteriore e si auspica ultima – per ora – riunione della commissione esplosivi e dopo un ultimo sopralluogo sotto al moncone ovest. Per quel giorno la struttura commissariale avrà pronta la relazione relativa al monitoraggio dell’eventuale amianto dentro la struttura del viadotto e delle fibre disperse nell’aria. Se i dati, che per ora sono confortanti – spiegano i demolitori – saranno confermati, arriverà il via libera all’operazione.
Così è emerso al termine della commissione che si è tenuta questa mattina e che include, oltre alla prefettura, la struttura commissariale per la ricostruzione e le aziende impegnate nei cantieri di ponte Morandi, anche Arpal, Asl, vigili del fuoco, forze dell’ordine e protezione civile. Presente anche Danilo Coppe, titolare di Siag, l’azienda specializzata in demolizioni con esplosivo chiamata a far momentaneamente parte della squadra (per la pila 8, e poi le pile 10 e 11) “Per Genova” con un contratto di subappalto.
E’ lui a spiegare i dettagli dell’intervento, considerato di routine per gli addetti ai lavori. “Si tratta di buttare giù in un colpo solo gli 8 pilastri – dice Coppe – che sorreggono la pila, useremo 250 microcariche per un totale di 170 chili di dinamite, le esplosioni avverranno sfasate di 25 millisecondi a distanza l’una dall’altra, quindi l’effetto sarà quello di un botto unico, tutto durerà circa 2 secondi, dopodiché ci vorranno 2 minuti, in condizioni di bonaccia, perché le polveri si dissolvano”.
Coppe, conosciuto nell’ambiente come Mr. Dinamite, spiega anche che l’intervento inizierà al venerdì mattina, 12 operai saranno issati su delle piattaforme per forare il ponte e piazzare le microcariche, tutto nella speranza che il vento non sia di ostacolo alle manovre. Per contenere le polveri sprigionate dall’esplosione (materiale inerte) saranno utilizzati speciali cannoni che spareranno acqua nebulizzata, inoltre saranno costruite delle trincee con i detriti del cantiere per arginare gli effetti delle vibrazioni, specialmente su alcune tubature. L’orario dalle 10e50 alle 11e15 è legato all’assenza di treni in transito.
Comunicazione ai cittadini e aree di sicurezza. Ne ha parlato Roberto Tedeschi, direttore generale della struttura commissariale. Ci saranno due perimetri off limits, uno di 150 metri (50 in più rispetto alla normativa nazionali per ulteriore cautela) dove non saranno presenti persone, neppure gli addetti ai lavori (le microcariche vengono azionate a distanza), un altro di 250 metri, solo oltre i quali i cittadini potranno muoversi o sostare. Questo determinerà anche le chiusure delle strade (via 30 Giugno e via Perlasca) anche se per il minore tempo possibile, a ridosso e durante l’operazione. Nei giorni precedenti all’esplosione saranno affissi manifesti e distribuiti volantini per avvisare dell’evento – lo shock per il rumore, per chi non fosse a conoscenza, sarebbe probabilmente l’effetto più pesante – ma nel raggio di 250 metri vivono solo due famiglie (in uno dei fabbricati Ireti) mentre una comunicazione ad hoc riguarderà i dipendenti della aziende.
Per sicurezza, le aziende impegnate nella demolizione stanno predisponendo un’impalcatura di protezione sull’edificio di Ansaldo.
[tag name=”demolizione ponte morandi”]
Ma come abbiamo scritto all’inizio dell’articolo, tutto questo avverrà solo se ci saranno le necessarie certezze richieste come prescrizione dalla prefettura alla struttura commissariale in tema di amianto. Gabriele Mercurio, dirigente di Asl 3 e parte della commissione esplosivi, ha spiegato che oggi è stata esaminata una prima relazione che esclude la presenza di amianto nelle carote – i campionamenti – effettuate nella struttura di calcestruzzo, ma che ci saranno ulteriori dati a disposizione, compresi quelli dei carotaggi nei buchi dove sarà ibserito l’esplosivo e quelli sull’ambiente esterno, entro il giorno dell’esplosione. Fino a ora, quanto raccolto, non ha portato a preoccupazioni e nulla di anomalo. “La prescrizione della prefettura – continua Mercurio – riguarda anche altre polveri potenzialmente nocive”.