Genova. Cartelli, stencil sull’asfalto, balli e cori. Anche a Genova sfila per le vie del centro la marea ‘rosa’ della rete nazionale femminista Non una di meno.
Tremila in piazza. Un corteo festoso con tante giovanissime che affronta temi delicatissimi, dal femminicidio alle molestie, dalle discriminazioni ai diritti conquistati e ora a rischio. Le femministe Chiedono un “salario minimo europeo contro i salari da fame”, “un’educazione sessuale alle differenze e libera dagli stereotipi di genere”.
Al microfono in testa al corteo si alternano le attiviste: “Non vogliamo essere picchiate e uccise -dicono -ma nemmeno essere celebrate. Siamo qui per rivendicare i nostri diritti, libere di scegliere sulle nostre vite e sui nostri corpi”.
Contestano le politiche del governo dal Il disegno di legge Pillon su separazioni e affidi, alla legge Salvini su sicurezza e immigrazione, dalla cosiddetta ideologia gender al reddito di cittadinanza per come è concepito e promettono: “contro la violenza patriarcale e razzista scioperiamo l’8 marzo e saremo in piazza ogni giorno”.