Visioni opposte

Loggia di Banchi, la mostra Cinepassioni prorogata fino a gennaio 2020. Terrile: “Totale assenza di programmazione culturale”

L'assessore Grosso: "E' una delle mostre più frequentate che dà introiti a Tursi grazie alle quote sui biglietti"

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Genova. Inizialmente doveva durare tre mesi, poi proroga su su proroga, la mostra Cinepassioni con il placet di Tursi sta occupando gli spazi della Loggia della Mercanzia in piazza Banchi da quasi due anni.

A chiedere spiegazioni sono stati prima alcuni consiglieri d’opposizione nel municipio Centro Est. Il presidente del Municipio Andrea Carratù ha però chiarito che la competenza è del Comune di Genova. Così ci ha pensato il consigliere comunale Alessanro Terrile a chiedere le ragioni delle continue proroghe all’assessorato alla Cultura.

Sia i consiglieri municipali Luca Curtaz e Andrea Massera sia il consigliere Terrile spiegano di non voler contestare il contenuto o il valore culturale in sé della mostra quanto il fatto che  “un luogo pubblico storico della città e del centro storico non è accessibile da lungo tempo se non attraverso la mostra di un privato. Un luogo che non vede alternanze nella proposta culturale di animazione degli spazi”.

Oggi è arrivata la risposta dell’assessore Barbara Grosso che chiarisce che “la mostra è stata prorogata fino al 19 gennaio 2020”. Per il Comune di Genova, si legge nella risposta all’articolo 54 del consigliere Terrile la mostra “ha riscontrato un grande successo di pubblico sia per quanto riguarda l’affluenza che per il gradimento e si dimostra essere una delle mostre più visitate del panorama genovese. A questi buoni risultati corrisponde un significativo introito per la pubblica amministrazione derivante dalle quote di incasso da bigliettazione (al febbraio 2019, 131.201.40 euro)”.

Il Comune ha fornito anche alcuni dati: “i visitatori sono stati al 28 febbraio 80.802 (media giornaliera di 61). Quindi una delle Mostre maggiormente frequentate. Inoltre la mostra affronta un filone artistico molto popolare, la cinematografia, non sviluppato in altre strutture culturali e/o museali della città, con l’esposizione di materiali in larga parte mai mostrati al pubblico”.

Per Terrile il problema resta: “Non contesto il contenuto o la qualità della mostra – ribadisce – ma la totale assenza di programmazione in campo culturale di questa Giunta, e lo spregio di ogni regola per la fruizione degli spazi pubblici”.

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