Verona transfemminista

La marea fucsia di Non una di meno sfila a Verona: 25mila per la Questura, 150 mila per gli organizzatori

Decine di migliaia in corteo. Da Genova i pullman di Non una di meno e un pullman della Camera del lavoro

Generica

Verona. Almeno venticinquemila persone per la questura, 150 mila per i manifestanti sono sfilete questo pomeriggio a Verona per protestare contro il congresso mondiale delle famiglie a cui partecipano fra l’altro i ministri Salvini, Fontana e Bussetti.

Anche da Genova sono arrivati in tanti e tante alla manifestazione organizzata dalla rete nazionale femminista Non Una di meno tra pullman, treni e auto: nessuna sigla o bandiera di partito e un unico segno distintivo: il drappo fucsia a contrastare il grigiore medievale del congresso.

Il World Congress of Families non è solo un freak show per invasati, ma è un luogo in cui si definisce l’agenda politica per i governi reazionari nel mondo.

“Più di 150.000 corpi sotto il sole di #veronatransfemminista questa è la marea gioiosa e determinata! Da tutta Italia e da tanti paesi del mondo, tante generazioni in piazza per dire: giù le mani dai nostri desideri – scrive Non una di meno”.

Oltre ai pullman organizzati da Non una di meno Genova insieme al coordinamento Liguria Rainbow anche la Camera del lavoro ha riempito un bus per partecipare al corteo.

“Siamo qui per contestare un’idea di famiglia che non risponde alle nostre idee di libertà giustizia sociale e di uguaglianza di tutti i cittadini” dice Elena Bruzzese della Camera del lavoro di Genova. “Oggi siamo a Verona ma le stesse battaglie le stiamo combattendo nella nostra città a Genova dove abbiamo cercato di contrastare l’introduzione del registro delle famiglie da parte del Comune di Genova e ora ne contrasteremo l’utilizzo perché riteniamo che tutte le famiglie siano uguali indipendentemente da come e da chi sono costituite”.

Più informazioni

Per favore, disabilita AdBlock per continuare a leggere.

Genova24 è un quotidiano online gratuito che non riceve finanziamenti pubblici: l’unica fonte di sostegno del nostro lavoro è rappresentata dalle inserzioni pubblicitarie, che ci permettono di esistere e di coprire i costi di gestione e del personale.
Per visualizzare i nostri contenuti, scritti e prodotti da giornalisti a tempo pieno, non chiediamo e non chiederemo mai un pagamento: in cambio, però, vi preghiamo di accettare la presenza dei banner, per consentire a Genova24 di restare un giornale gratuito.