Preoccupazione

Attesa per le analisi sull’amianto nel Morandi, non c’è solo la pila 8. A San Biagio la montagna di detriti adesso fa paura

Affinché sabato si proceda con l'abbattimento per esplosivo sarà necessario che le fibre presenti nel calcestruzzo siano sotto i livelli di guardia: domani la decisione

Detriti Morandi a San Biagio

Genova. Nel giro di 24 ore i risultati delle analisi sui campioni prelevati nella struttura di ponte Morandi saranno completi e potranno portare la commissione esplosivi in prefettura a una decisione finale: esplosivo sì, esplosivo no per la demolizione della pila 8. Se tutto va bene, cioè se le fibre di amianto presenti nel calcestruzzo e/o nell’ambiente di cantiere saranno al di sotto della soglia considerata pericolosa, sabato mattina dopo le 10e50 la torre verrà giù in due secondi. Altrimenti, si dovrà smontare in altro modo.

Marco Bucci, sindaco-commissario, ha parlato di piano b e piano c ma è inutile dire che qualsiasi altra tecnica sarà più costosa e più lenta. Per non parlare del fatto che il problema che si pone sulla pila 8 si proprorrà tale e quale per le pile 10 e 11, per cui un piano b o un piano c rischiano di essere davvero molto complessi.

Ma ci sono altri interrogativi che si aprono, ora che la presenza – seppure lieve – di amianto non è esclusa. Uno riguarda la discarica a cielo aperto che da agosto si trova nella zona tra San Biagio e Bolzaneto, in Valpolcevera, davanti alla “Metro”. Qui sono stati accumulate le macerie del ponte non considerate interessanti dalla procura (oltre ad alcuni mezzi caduti dal viadotto il 14 agosto, si vedono chiaramente i resti di due camion). Chi lavora o transita quotidianamente nella zona si sta chiedendo, con non qualche timore, che cosa abbia respirato fino a oggi. Per la discarica non è prevista una copertura, ma nel caso fosse riscontrata la presenza di amianto nel calcestruzzo sarà necessaria una soluzione alternativa.

L’altra questione è relativa al riutilizzo del materiale inerte derivante dallo smontaggio del ponte. Le aziende impegnate nella demolizione hanno spiegato che, ad esempio, le travi tampone, una volta avuto l’ok dalla procura, potranno essere frantumate e utilizzate per realizzare un terrapieno sotto il moncone est. E’ noto come la pericolosità dell’amianto sia legata allo sprigionarsi delle fibre nell’atmosfera. Anche per la realizzazione del terrapieno potrebbero, dunque, servire un piano b o un piano c.

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