Piano di sicurezza

Amianto, l’M5S propone un censimento ex novo sulla presenza totale in Liguria

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Genova. “Con cadenza ormai quotidiana, le cronache regionali parlano della presenza di amianto in edifici, cantieri e porti – dichiara il consigliere regionale Fabio Tosi, primo firmatario di una mozione, sottoscritta dai colleghi di Gruppo e calendarizzata per la seduta consiliare di ieri ma la cui discussione è stata rimandata -. Stando al VI Rapporto redatto dall’INAIL, “Registro Nazionale dei Mesoteliomi” anno 2018, i dati relativi alla nostra Regione sono allarmanti”.

“La Liguria, infatti, a livello nazionale, risulta la terza dopo Lombardia e Piemonte per esposizione definita e COR (Centro Operativo regionale) di segnalazione: i casi rilevati di mesoteliomi asbesto-correlati sono 2.889; abbiamo un’altissima incidenza di casi in 3 province su 4 (in ordine decrescente, La Spezia, Genova e Savona); è stata evidenziata una correlazione in particolare con esposizioni dirette e indirette (percentuale di esposizione definita: 78,9%) in cantieri edili e navali, nelle movimentazioni delle merci in ambito portuale e nei trasporti marittimi, così come nelle industrie chimiche e nelle raffinerie di petrolio, negli impianti metallurgici, nelle acciaierie e nelle industrie termoelettriche. Un elevato numero di casi di mesoteliomi è stato persino documentato tra le compagne (mogli e fidanzate conviventi) dei lavoratori esposti, che 40-50 anni fa avevano pulito i loro indumenti professionali – aggiunge Tosi -. Un dramma nel dramma e il mesotelioma, si sa, è un killer silenzioso e inarrestabile!”.

“Quel che è stato, purtroppo, è stato. Ora però dobbiamo trovare una via maestra per affrontare quella che è, secondo noi, un’emergenza cui dobbiamo assolutamente trovare una soluzione: serve, con somma urgenza, un monitoraggio capillare e approfondito del nostro territorio, con aggiornamenti puntuali e attendibili – dichiara il consigliere -: stando al software inizialmente predisposto dalla Regione, infatti, siamo fermi al 2001! Il sistema con cui è stato programmato, inoltre, non permette ulteriori aggiornamenti. Ragion per cui, negli anni, le schede cartacee di autonotifica e aggiornamento giunte alle ASL sono rimaste negli archivi, in attesa che il contenuto venisse trasferito su supporto informatico idoneo. Questa situazione fa sì che sia molto difficile allo stato attuale poter estrarre dati e ottenere una precisa panoramica aggiornata nel tempo e, di conseguenza, impostare le successive azioni di intervento per la salute e la tutela della popolazione”.

“L’Ente regionale sa bene quanto sia vitale e improcrastinabile far fronte alla situazione, innanzitutto partendo da un censimento, ex novo, sull’attuale presenza di amianto nella nostra Regione, questa volta organizzato con un sistema di completa informatizzazione del sistema di gestione delle schede di autonotifica e di aggiornamento; innovazione che deve necessariamente riguardare anche gli adempimenti cui sono soggette le imprese, predisponendo anche in questo caso software idonei a essere costantemente aggiornati nel tempo”.

“Altra emergenza riguarda l’implementazione, nelle ASL, dell’organico addetto agli accertamenti ispettivi sulla base di segnalazioni/esposti e agli accertamenti analitici sul materiale, organico che attualmente risulta insufficiente a far fronte alle migliaia di segnalazioni che arrivano presso gli uffici sanitari”, raccomanda Tosi.

Che aggiunge: “Improcrastinabile infine è la costituzione della Commissione regionale Amianto, che ha tra le sue funzioni anche la verifica e il controllo dell’andamento epidemiologico delle patologie asbesto-correlate”.

“Poiché nulla di tutto ciò è stato ancora fatto, la nostra mozione vuole impegnare la Giunta affinché: predisponga con assoluta priorità un censimento ex novo, con la completa e corretta informatizzazione del sistema; provveda urgentemente all’implementazione dell’organico tecnico all’interno della S.C. Igiene e Sanità delle ASL liguri; e istituisca la Commissione Regionale Amianto presso l’Assessorato alla Salute, come previsto dalla l.r. 5/2009 (“Norme per la prevenzione dei danni e dei rischi derivanti dalla presenza di amianto, per le bonifiche e per lo smaltimento”). 


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