Genova. Dalle parole ai fatti. Questo è l’appello del movimento “Fridays for Future” rivolto alla assemblea legislativa ligure, che oggi voterà sul riordino dei parchi regionali.
Sì, perchè se le manifestazioni di venerdì sono state accolte da tutto (o quasi) il panorama politico con entusiasmo e approvazione, nella pratica sembra non essere praticamente cambiato nulla: secondo Cai, Enpa, Wef e Federparchi, infatti, hanno più volte espresso pubblicamente la loro preoccupazione per una legge che porterebbe alla riduzione delle aree protette per diverse migliaia di ettari.
Ed è per questo che i ragazzi di Fridays for Future saranno presenti in consiglio regionale questa mattina, durante la discussione del provvedimento: “Pochi giorni fa hanno votato all’unanimità impegni per clima, mentre oggi potrebbe passare una legge che depotenzia sostanzialmente la tutela dei parchi liguri – spiegano – chiediamo coerenza”.
Un ‘presidio’ che sarà a carattere regionale, visto che saranno presenti anche rappresentanti di tutte le province liguri. Insieme ai fridays anche gli attvisti del progetto Cittadini Sostenibili: due forze indipendenti e apartitiche che provano quindi a dare continuità dopo le “piazzate” di entusiasmo di venerdì scorso.
“Siamo contrari e contrarie all’affidamento in via definitiva ai Comuni della gestione dei parchi e delle riserve per esempio del Savonese, e stupiti della mancate coperture per il parco nel finalese: questo non solo rappresenta un arretramento da parte della Regione, la quale lascia in mano ai Comuni costi troppo elevati da sostenere bensì apre la possibilità, seppure remota che un giorno, a seguito di modifiche ai piani regolatori, si possa arrivare a costruire nelle suddette aree protette. Siccome i capigruppo e il Presidente della Regione Giovanni Toti si sono schierati al fianco di Fridays For Future, speriamo che le nostre istanze vengano accolte”.
Per la politica, quindi, arriva subito la prova del nove: dopo i tanti discorsi di questi giorni ecco il primo test: “Pensiamo globalmente – concludono – e agiamo localmente. Non è possibile parteggiare per l’Ambiente e al contempo ridurre le risorse e i territori dedicati ad aree protette; il contrasto ai cambiamenti climatici non consente di “tenere il piede in due scarpe”.
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