Alle 13

Venerdì gli studenti del D’Oria in piazza: “Non siamo razzisti o classisti, i grandi pensatori ci insegnano l’accoglienza”

La manifestazione nasce dopo le critiche al liceo arrivate in seguito alle parole del professor Del Ponte

Maturità Doria 2018

Genova. “Non una protesta ma la voglia di raccontare che cosa è oggi il liceo D’Oria, che non è una scuola razzista, classista o che discrimina ma, al contrario, una scuola che sa accogliere tutti e fa sentire tutti a casa”. Matteo Sobrero, rappresentante di istituto del Liceo D’Oria racconta così il senso della manifestazione degli studenti del classico che si terrà venerdì. Un corteo che dalla zona delle Caravelle arriverà fino in piazza De Ferrari. Rigorosamente dopo il trillo dell’ultima campanella, quindi poco dopo le 13 “perché la nostra non è una manifestazione contro la scuola ma a sostegno della nostra scuola – spiega Sobrero – anche se questo ha fatto un po’ scemare l’entusiasmo degli studenti che inizialmente avevano aderito in massa. Ma anche se fossimo in venti, per noi scendere in piazza è importante”.

L’idea della manifestazione è nata subito dopo la polemica sollevata dalle parole del professor Andrea Del Ponte contro Vladimir Luxuria: “Noi da quelle parole ci siamo dissociati perché non la pensiamo così – spiega Sobrero parlando a nome anche degli altri rappresentanti di istituto – ma quello che ci ha dato altrettanto fastidio è stato che quelle parole hanno rispolverato gli antichi pregiudizi sul nostro liceo che a nostro avviso sono profondamente sbagliati”.

Il D’Oria come scuola classista e anche un po’ fascista? “Non è così – dice convinto Sobrero – nella nostra scuola c’è spazio per tutti e se è vero che molti arrivano dai quartieri ricchi di Albaro, io faccio il rappresentante di istituto e arrivo da Sant’Olcese”.

Il tema dei diritti e dell’accoglienza è un tempo invece molto sentito: “Se i dibattiti sono limitati dai programmi scolastici, la vera forza del liceo classico è che ti permette di studiare i grandi pensatori del passato. Basti pensare a Terenzio che diceva ‘Io sono un uomo e non ritengo estraneo di me nulla di ciò che sia umano e attinente all’uomo’ oppure al fatto che in greco straniero e ospite si dicono usando la stessa parola”. Poi ci sono gli esempi concreti: “Nella mia classe c’era una ragazza ucraina che non parlava una parola di italiano quando è arrivata. Alla fine è stata bocciata ma i professori l’hanno aiutata in tutti i modi anche con verifiche personalizzate e molti di loro hanno accolto favorevolmente la nostra iniziativa”.

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