Genova. I commercianti, gli artigiani e gli imprenditori delle aree comprese nella zona franca urbana istituita insieme al decreto Genova ancora attendono di vedere riconosciuta concretamente la sospensione dei tributi, agevolazione che avrebbe dovuto scattare per quelle attività che hanno subito direttamente o indirettamente il contraccolpo del crollo di ponte Morandi. La zona franca urbana comprende i municipi Valpolcevera, Medio Ponente, Ponente, Centro Ovest, Centro Est e i cinque comuni dell’alta Valpolcevera (Ceranesi, Mignanego, Campomorone, Serra Riccò e Sant’Olcese).
E’ vero che la sospensione dei tributi è prevista per legge fino al 31 dicembre 2019 e quindi ci sarà un rimborso delle tasse pagate, ma il problema è che le attività produttive e commerciali vivono oggi una crisi di liquidità per cui avrebbero bisogno di non sborsare somme di denaro.
Il Pd aveva presentato già nel gennaio scorso un ordine del giorno in consiglio comunale per chiedere, oltre che la proroga per la sospensione dei tributi per le aziende in zona rossa, anche l’attuazione concreta alle agevolazioni previste per le aziende collocate nella zfu. Si attende, affinché ciò avvenga, un apposito provvedimento del Mise. “È incredibile – scrive la capogruppo Pd a Tursi Cristina Lodi – che aziende già duramente colpite dal crollo del Morandi non possano accedere alle agevolazioni di cui hanno diritto, perché il Governo si è dimenticato di loro. Da tre mesi il Partito Democratico sollecita l’Esecutivo su questo fronte, non si può dire altrettanto del presidente Toti e del sindaco Bucci. Una situazione paradossale e gravissima”.
Le risorse stanziate dal governo per l’anno 2018 da decreto Genova ammonterebbero a 10 milioni. Altri 100 milioni per il 2019 e altri 100 per il 2020 con legge di stabilità. Le imprese che si trovano nella zona franca urbana e che hanno subìto una riduzione del fatturato almeno del 25%, nel periodo dal 14 agosto 2018 al 30 settembre 2018 (rispetto al valore medio del corrispondente periodo del triennio 2015-2017) possono richiedere, per esempio, l’esenzione dalle imposte sui redditi per le attività d’impresa per un massimo di 100 mila euro, l’esenzione dall’imposta regionale sulle attività produttive nette, svolte dall’impresa, nel limite di 200 mila euro, l’esenzione dalle imposte municipali per gli immobili di proprietà siti nella zona franca e utilizzati per l’attività economica, l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali. Le esenzioni si feriscono al periodo di imposta in corso (2018).