Genova. “La comunità professionale degli assistenti sociali della Liguria esprime vivissima preoccupazione per il mutare, in regione, delle politiche a favore dei più deboli in politiche di protezionismo e di chiusura in difesa dello status quo. Le attuali politiche nei confronti dell’immigrazione vanificano il lavoro di tanti operatori, volontari e cittadini per un’accoglienza diffusa e volta all’integrazione di persone che per disperazione, superando enormi sofferenze, hanno attraversato un continente e il mare e sopravvivendo a tutto ciò sono approdate sulle nostre coste cercando di iniziare un’altra vita”. Lo afferma in una nota diffusa oggi il presidente del Consiglio regionale della Liguria dell’Ordine degli assistenti sociali, Giovanni Cabona.
“Denunciamo queste politiche volte alla chiusura e alla difesa del noi che si avvertono anche a livello locale: è di qualche giorno fa, a Genova – prosegue – l’improvviso e immotivato spostamento di numerosi minori stranieri non accompagnati dalle Comunità Educative Assistenziali, che da tempo li ospitavano, a centri/alloggi d’accoglienza per adulti stranieri con conseguente interruzione del loro progetto educativo e di tutela. Di ciò chiediamo conto al Comune di Genova assieme alla garanzia che nelle nuove strutture siano tutelati in quanto minori”.
“Lo stesso clima politico e sociale – ricorda ancora Cabona – che nello scorso mese di settembre ha portato all’approvazione da parte del Comune di Genova del Regolamento comunale delle famiglie, che nascondendosi dietro il sostegno e l’aiuto nei confronti di bambine e bambini, nei fatti discrimina tra le diverse tipologie di famiglia istituendo un registro delle cosiddette “famiglie tradizionali”. Contro questo Regolamento l’Ordine degli Assistenti Sociali della Liguria aderisce al presidio organizzato per il 9 febbraio (ore 10:00) presso gli uffici dell’Anagrafe, in Corso Torino a Genova.