Protesta

“Maturità o L’eredità?” a Genova studenti in corteo contro il nuovo esame di stato “simile a un gioco a premi”

Bandiere italiane e genovesi per una manifestazione che strizza l'occhio anche a un certo centrodestra

Genova. “Maturità o l’Eredità?” e “Bussetti basta giochetti” recitano alcuni degli striscioni che aprono il corteo degli studenti di questa mattina a Genova. Oltre un migliaio quelli scesi in piazza grazie al tam tam sui social network contro la nuova maturità. Provengono da diverse scuole genovesi, dal King al Da Vinci, dal Colombo al Doria al Cassini. L’adesione è arrivata da diverse scuole del levante della provincia.

“Il sistema delle buste è il più grande punto interrogativo di questa nuova maturità che sembra assomigliare più a un gioco a premi che a un esame di Stato” spiega Luca Anastasio rappresentante di istituto del Leonardo Da Vinci, uno degli organizzatori. “Non ci piace la tempistica con cui è stata introdotta la nuova maturità – aggiunge Leonardo Sinigallia del Cassini – non siamo delle cavie siamo dei cittadino che hanno il diritto di esprimerci”. Il corteo è partito dai giardini di Brignole e per arrivare dopo due ore e mezzo sotto il provveditorato in via Assarotti dove una delegazione è stata ricevuta dal provveditore.

“Una faccenda a metà tra il gioco a premi e uno sterile nozionismo”. Così gli studenti genovesi definiscono l’esame di Stato appena riformato che i ragazzi di quinta affronteranno già quest’anno in un documento che è stato consegnato al provveditore Loris Azhar Perotti. “Il provveditore ci ha rassicurato circa il fatto che nei prossimi giorni le prove d’esame usciranno nella formulazione più definitiva – spiega al termine dell’incontro Leonardo Sinigaglia del Liceo Cassini – ma non siamo soddisfatti perché non è stata recepita la nostra problematica rispetto alla tempistica di introduzione del nuovo esame”. Il provveditore si è detto disponibile a un nuovo incontro a marzo con gli studenti, dopo gli esiti delle prove di simulazione che verranno fatte nella seconda parte di febbraio: “Sostanzialmente ha preso tempo – dice ancora lo studente – per questo non escludiamo nuove manifestazioni o contestazioni”.

Gli studenti contestano, tra le altre cose, l’inserimento dell’alternanza scuola-lavoro come argomento durante la prova orale. Così come l’aver deciso che, fra le materie sempre dell’orale, ci sarà anche “Cittadinanza e Costituzione” senza che, spiegano gli studenti che hanno organizzato il corteo, questa tematica sia stata affrontata durante il triennio. Infine si manifesta contro il fatto che i risultati delle prove Invalsi vadano a influenzare il curriculum dello studente.

Inedita la composizione della piazza, questa mattina, per trattarsi di una manifestazione studentesca. Forse per la prima volta in un corteo di scuole si sono viste le bandiere italiane (oltre a quelle di Genova), una simbologia che fa subito pensare a una retorica da gruppo di destra, centrodestra. “La bandiera – spiega Anastasio, provando a reindirizzare le prime impressioni – è per dire che noi vorremo essere parte attiva di questo esame di stato legato all’istituzione scolastica del nostro Paese ma che al momento non è così”. Inizialmente il corteo avrebbe dovuto partire da piazza Tommaseo, ma poi gli organizzatori hanno preferito evitare qualsiasi associazione diretta al fatto che nelle vicinanze si trovi la sede di Casapound Genova.

Rispetto all’inedita presenza delle bandiere tricolori in corteo, e al fatto che la loro presenza sia stata evidenziata dalla stampa e abbia generato commenti sui social gli organizzatori precisano: “Ribadiamo che per noi le bandiere avevano anche un significato non negativo, in quanto vorremmo essere parte attiva, farci sentire e vedere qualcuno che ci venga incontro, e questo qualcuno deve essere lo Stato. Quindi ci dissociamo completamente dai singoli comportamenti, ricordando che la manifestazione deve essere passata come apolitica ed apartitica, anche perché due sole bandiere non possono far generalizzare l’ideologia di un migliaio di persone”.

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