I numeri

Liguria salda al secondo posto in Italia per tasso di imprenditorialità straniera

Imprese giovani, femminili e straniere: la crescita regge ma rallenta

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Genova. A fronte di un saldo complessivamente positivo per le imprese liguri, l’imprenditoria giovanile, femminile e straniera “ha tenuto”: nel 2018 il saldo tra iscrizioni e cessazioni risulta positivo per tutte e tre le tipologie, anche se in leggero calo rispetto al 2017 (imprese giovanili +1.414, femminili +9 e straniere +496 unità). Un trend che, più o meno direttamente, subisce la crisi ormai dal 2008 ma che dal 2013 era tornato a godere di migliore salute. Ecco alcuni dati raccolti e analizzati da Unioncamere.

Nel panorama nazionale, la Liguria resta salda al 2° posto per tasso di imprenditorialità straniera (12,9%, 3 punti percentuali sopra la media italiana), subito dopo la Toscana; mantiene il 15° posto sia per quanto riguarda le imprese “rosa”(22,1%, di poco superiore al valore nazionale) che per le imprese giovanili (8,2% contro il 9,4% registrato in Italia). Gli stranieri, infine, sono più numerosi nelle costruzioni (+1,9% rispetto al 2017), settore in cui confluisce il 38% delle imprese straniere, seguito dal commercio (+0,9%) e, molto più distanziati, i servizi di alloggio e ristorazione (+5,8%). La comunità straniera più numerosa resta quella albanese (il 14,4% degli stranieri), seguita da quella marocchina (12,5%), rumena (8,0%) e infine cinese (6,2%)

Il settore preferito dai giovani è il commercio, che incide per il 25% sul totale delle attività, seppur in calo del 4,7% rispetto al 2017, seguito dalle costruzioni, che perdono il 7,8% delle imprese. Anche il settore turistico, fino allo scorso anno in crescita, ha accusato una lieve flessione (-0,9%).

Quasi un’impresa femminile su tre svolge attività commerciale (in lieve flessione, -1,6%); seguono i servizi di alloggio e ristorazione, in aumento dell’1,9% e altre attività di servizi (+2,9%), in particolare parrucchiere ed estetiste.

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