Genova. Domenica 3 Febbraio alcune famiglie di Murta , periferia di Genova, sono state costrette a lasciare le loro case per una fuga di gas, a causa di una falla che ha interessato il gasdotto della rete nazionale di approvvigionamento della Snam. “Ancora una volta gli abitanti di questa parte di Genova devono subire gli effetti di una di quelle servitù, gasdotti e oleodotti, che passano vicino alle abitazioni, lungo i crinali, nell’alveo dei torrenti, nei prati – scrivono i coordinatori genovesi de L’Altra Liguria – ancora una volta dobbiamo sottolineare quanto sia importante fare applicare la normativa Seveso III anche alle infrastrutture che trasportano materiali pericolosi”.
L’Altra Liguria è impegnata da tempo sul tema anche con la petizione consegnata lo scorso 22 gennaio nelle mani del presidente della Camera Roberto Fico e corredata da oltre 5000 firme.
“Anche in questo frangente abbiamo potuto vedere quali siano gli effetti di tale vuoto normativo che, ricordiamo, fa sì che la Prefettura non abbia l’obbligo di redigere dei piani di intervento ed emergenza dedicati alle tubature, cosa che, in caso si verifichino incidenti, consentirebbe l’attivazione di un protocollo operativo affinché tutti gli organi interessati possano intervenire in modo coordinato”. Snam e Iren hanno precisato che non c’erano situazioni di rischio e pericolo per la popolazione.
Qualche critica però anche alla comunicazione dell’emergenza ai cittadini. “In tarda serata la popolazione del ponente genovese e della Valpolcevera ha ricevuto l’invito a chiudere, con decorrenza immediata, gli impianti di riscaldamento, non da canali ufficiali. La chiusura del gasdotto in zona Campi rendeva infatti necessario risparmiare il gas, soprattutto per poterlo garantire agli ospedali e case di cura, ma ci chiediamo, e a questo punto sarebbe interessante avere i dati, quanti cittadini e amministratori di condominio siano stati raggiunti in maniera rapida e chiara dall’informativa ed abbiano agito di conseguenza”.
Iren questa mattina ha comunicato ufficialmente che i metri cubi di gas risparmiati grazie alla buona pratica dei genovesi sono stati 30 mila. Quindi, l’informazione in realtà c’è.