Genova. Continua ad ampliarsi il fronte contro le ipotesi di spostamento dei depositi costieri di prodotti petrolchimici, oggi dislocati a Multedo.
Le tre eventuali opzioni messe sul tavolo dall’amministrazione civica non vanno bene praticamente a nessuno, e il ponente genovese si unisce nel dire basta: “Emmu za daetu – sottolinea il coordinatore metropolitano dei Verdi Angelo Spanò – Questi abitanti hanno già pagato un duro prezzo, possibile che il ponente sia la zona dove collocare le peggiori servitù, visto e considerato che il Comune di Genova va da Voltri a Nervi?”.
Oltre alla questione depositi, il riferimento è al possibile deposito di Gnl, il cui sito in queste settimane dovrebbe essere individuato da autorità portuale. E ci si interroga su scelte che in passato non sono state portate fino in fondo: “Che fine ha fatto il progetto di Porto Petroli di costruire una boa off shore per mettere in sicurezza il porto i Multedo?”.
Al fronte dei contrati anche Italia Nostra, che vede l’ipotesi di dislocare in nuovi impianti sotto la Lanterna, come progettato dalla stessa azienda Superba come una vera e propria follia: “Evidentemente il concetto di compatibilità degli estensori del progetto si limita esclusivamente alla verifica di congruenza degli spazi fisici e dei parametri ambientali, senza tenere in minimo conto la congruenza con la tutela del patrimonio storico costituito dalla Lanterna e dal contesto monumentale del quale fa parte”.
Secondo Italia Nostra la tutela del patrimonio storico è “Un requisito irrinunciabile, e che quindi occorra trovare una collocazione del depositi petrolchimici che garantisca contemporaneamente le indispensabili condizioni di sicurezza ambientale del Ponente genovese, di cui anche l’area della Lanterna fa parte, e le componenti essenziali del patrimonio storico della città”.
“Chiediamo quindi a gran voce di tutelare il complesso monumentale della Lanterna – concludono nel comunicato divulgato sulla loro pagina facebook – evitando danni paesaggistici irreversibili a un’area di grande pregio che sarebbe irrimediabilmente sfigurata dall’installazione di impattanti depositi chimici”.
In altre parole, ogni opzione oggi sul tavolo ha delle serie e documentate obiezioni, e mentre il ponente si organizza a “resistere” ancora, l’opzione zero sembra essere sempre più l’unica strada percorribile.