Genova. All’improvviso fumogeni, striscioni e volantini a colorare piazza De Ferrari, che per qualche minuto “si ferma” per capire l’origine del trambusto.
“Al grido di «Non Una di Meno!» il prossimo 8 marzo in tutto il mondo sarà sciopero femminista – è lo slogan gridato dalle attiviste autrici del flash mob di questo pomeriggio – Uno sciopero per scuotere dall’ipocrisia che il nostro cammino verso l’autodeterminazione sia compiuto. Contro la precarietà e le discriminazioni, contro i ricatti sul lavoro, contro i ricatti e le violenze verso chi il lavoro non ce l’ha”.
L’appuntamento è l’8 marzo in piazza Caricamento, dalle ore 18, dove partirà il corteo: “Scioperiamo perché vogliamo essere libere di camminare nelle strade senza avere paura – si legge nel volantino distribuito – libere di rompere legami violenti e di ricostruire le nostre vite senza la paura di morire per femminicidio; libere di chiedere separazione e divorzio senza cadere nella povertà. Vogliamo decidere se, quando, con chi avere relazioni sessuali, affettive, avere figli/e; vogliamo avere accesso alla contraccezione e alla interruzione volontaria di gravidanza gratuite, senza essere giudicate e colpevolizzate; vogliamo avere accesso alla procreazione medicalmente assistita anche se non siamo sposate”.
Ma non solo: “Scioperiamo per un permesso di soggiorno europeo per essere libere e liberi di muoverci e di restare. Uno sciopero che parla a tutte le lavoratrici e ai lavoratori, perché profitti, sfruttamento e autoritarismo segnano il declino nei rapporti sociali e in quelli personali, perché c’è bisogno di cambiare rotta”
“Sappiamo che il percorso da fare è lungo e in salita per riuscire a portare realmente lo sciopero in tutte le realtà lavorative, dai call center, ai servizi pubblici, alle case. Dobbiamo stringere relazioni di solidarietà per rendere lo sciopero dal lavoro domestico e dal lavoro produttivo una pratica realmente accessibile a tutte e rendere visibile la nostra mobilitazione, perché nessuno potrà mai farlo al posto nostro”.
La promessa è chiara: “Saremo in corteo per occupare lo spazio pubblico coi nostri corpi e le nostre voci, per riprenderci il tempo e lo spazio, per ribadire che contro la violenza patriarcale e razzista lo sciopero femminista è la risposta. Se le nostre vite non valgono, noi ci fermiamo, e se ci fermiamo noi, si ferma il mondo”.