Riformulazione reato

Spese pazze, difensori chiedono applicazione nuova legge con pene inferiori e prescrizione più breve

Tra gli imputati anche l'attuale viceministro Edoardo Rixi

Rixi - consiglio regionale
Foto d'archivio

Genova. La norma non è ancora entrata in vigore, ma già i difensori di due imputati nel processo per le cosiddette ‘Spese pazze’ a carico di alcuni ex e attuali consiglieri di Regione Liguria tra cui l’attuale viceministro Edoardo Rixi hanno iniziato, seppure in via subordinata ad una assoluzione, a chiedere la riformulazione del reato da peculato a indebita percezione di erogazioni o fondi pubblici.

Lo hanno fatto questa mattina gli avvocati Pietro Bogliolo e Andrea Corradino durante il processo sulle spese pazze in regione Liguria sostenute con i fondi dei gruppi regionali nel periodo compreso tra il 2010 e il 2012 e che vede tra i 23 imputati il viceministro della Lega Edoardo Rixi per il quale il procuratore aggiunto Francesco Pinto ha chiesto la condanna a 3 anni e 4 mesi.

Le difese ne hanno solo accennato, ma è probabile che ne parleranno in sede di controrepliche quando la modifica dell’articolo 316 ter sarà effettivamente in vigore. I 23 imputati sono accusati a vario titolo di peculato e falso. Con la modifica della norma, nel caso in cui il giudice dovesse riformulare l’accusa, avrebbero pene inferiori e si abbasserebbero i tempi della prescrizione.

Per l’accusa i consiglieri regionali si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali, cene, viaggi, gite al luna park, birre, gratta e vinci, ostriche, fiori e biscottini. In alcuni casi, sempre secondo l’accusa, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori mentre in altri venivano modificati gli importi a mano. Le pezze giustificative, molto spesso, si riferivano a periodi festivi come Natale, Capodanno, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e primo Maggio, giorni per l’accusa ‘sospetti’ per svolgere attività istituzionale.

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