Genova. L’onda lunga della protesta dei sindaci contro il decreto sicurezza del governo arriva anche a Genova, dove alcuni sindaci della città metropolitana si stanno preparando “a resistere”.
“Bene han fatto Orlando e De Magistris ad alzare il livello di attenzione sulla vicenda – spiega Paolo Pezzana, sindaco di Sori, che nel 2017 ebbe uno scontro durissimo con Matteo Salvini sul tema immigrazione – hanno preso una singola norma contenuta nel decreto sicurezza, personalmente penso che tutto l’impianto della legge sia politicamente inaccettabile e con diverse evidenze di incostituzionalità”.
Ed è proprio questo il punto su cui si giocherà la “battaglia” con il testo del decreto: “Viene attaccato il diritto di residenza, che è un principio inviolabile della persona sancito e difesa nella nostra Costituzione – continua Pezzana – Matteo Salvini non può arrivare e cancellarlo con un colpo di penna: siamo pronti a impugnarlo davanti alla Corte Costituzionale, e non siamo i soli, appena si dovesse verificare un caso derivante da questa norma”.
Una strategia forse meno “da titolo” ma sicuramente efficace: “Paradossalmente ad alzare i toni si rischia di fare buon gioco a Salvini stesso – spiega – per questo credo che la via del diritto possa essere la più efficace. La nostra maggioranza, comunque, si è da subito attivata sullo “studio del caso”, e stiamo valutando tutte le opzioni. Questo signore non può fare quello che vuole, per fare ciò dovrebbe sovvertire l’ordine democratico, ma nel caso credo si attiverebbero altri tipi di resistenze”.
Dello stesso avviso Valentina Ghio, sindaco di Sestri Levante, comune che è stato tra i primi a livello nazionale ad attivare progetti Sprar: “Nella prossima seduta del consiglio comunale la maggioranza porterà in aula una richiesta di sospensiva sulla norma che cancella gli Sprar – conferma – perché hanno dimostrato di funzionare benissimo: nel nostro comune sono 24 i migranti accolti, che stanno seguendo un ottimo percorso di integrazione”.
Proprio su questo Ghio è pronta a dare battaglia: “Non esiteremo a rivolgerci alla Corte Costituzionale per salvaguardare quanto fatto – spiega – anche perché con questo decreto si mette a rischio la sicurezza stessa, scaraventando in strada persone già all’interno di un percorso, mettendole a rischio illegalità”.
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