Genova. Sono quattro le persone denunciate dalla Digos perché identificate come gli autori delle scritte inneggianti le brigate rosse che sono state fatte la mattina del 23 gennaio in salita Santa Brigida, vicino al cippo che ricorda l’assassinio a opera del terrorismo del procuratore di Genova Coco.
I quattro, militanti di area anarchica, figure già note alle forze dell’ordine, sono tre donne e un uomo, una quarta donna non è stata ancora identificata. A risalire agli autori sono state le immagini delle telecamere, insieme all’analisi della grafia. Una quinta persona, una donna, rimasta nei video delle telecamere, deve invece ancora essere identificata. Lindagine è coordinatana dal sostituto procuratore Federico Manotti.
Le accuse sono quelle di “imbrattamento” con l’aggravante della “finalità di terrorismo” e “apologia di terrorismo”. Le scritte, tra cui “Guido Rossa infame”, era comparse proprio nel giorno della cerimonia per il quarantennale della morte dell’operaio e sindacalista, il 23 gennaio scorso, all’interno dell’Ilva di Cornigliano alla presenza anche del presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Sul muro di salita Santa Brigida altri messaggi inneggianti al terrorismo armato e ad alcuni suoi protagonisti: “Mara Cagol, Tino Viel, Gianfranco Zoja vivono”. Un riferimento – “Marco Peschiera sciacallo” – anche a un giornalista genovese, oggi pensionato ma autore di alcuni articoli sugli anni di Piombo e sulle Br a Genova pubblicati nei giorni precedenti al fatto dal quotidiano Il Secolo XIX.