Recco. Il Comune di Recco per scelta autonoma del sindaco di centrodestra Dario Capurro, ha aderito al nuovo bando Sprar per l’accoglienza dei migranti, nel quale sono già presenti i vicini comuni di Bogliasco, Pieve Ligure, Sori, Uscio e Camogli. Il sindaco fa un bilancio della situazione accoglienza migranti nel proprio Comune, motivando la decisione dopo l’esperienza positiva sperimentata nell’ultimo anno e mezzo e facendo appello a non affrontarla nelle posizioni estreme (sì a tutti, via tutti), che conduce a “livelli di disumanità intollerabili”.
Capurro racconta come il buon senso possa essere la salvezza da un clima d’odio spesso immotivato, facendo una premessa su quanto inizialmente sostenuto: “Sono convinto che la presenza massiva e incontrollata di migranti sia foriera di degrado, conflittualità sociale, emarginazione e sfruttamento; parimenti, seppur con alcune riserve, resto favorevole a un’accoglienza limitata nei numeri, diffusa, gestita e controllata. Ragion per cui, quando la prefettura ha attribuito a Recco una quota di 47 migranti ritenendo tale numero sproporzionato per la nostra comunità, ho dato parere contrario non solo alla costituzione di Cas (centro di accoglienza straordinaria) ma anche di Sprar (sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati). Conseguentemente al diniego, la prefettura ha attivato di imperio nel nostro Comune gli attuali Cas”.
A distanza di un anno e mezzo dall’apertura a Recco del primo Cas, Capurro evidenzia che le cose hanno preso un’evoluzione positiva: “Ho avuto modo di rilevare il buon lavoro svolto dalla cooperativa il Ce.Sto che ha consentito una presenza di ospiti, discreta, ordinata e laboriosa, priva di qualsivoglia occasione di conflittualità. A partire da giugno dello scorso anno per alcuni mesi tre stranieri ospiti del Cas di Recco sono stati avviati dal comune a svolgere lavori di pubblica utilità. La prefettura di Genova, il Comune di Recco e la cooperativa Il Ce.Sto al riguardo hanno sottoscritto un protocollo di intesa che prevede l’impiego degli ospiti del Cas per lavori socialmente utili, per 15 ore settimanali, non retribuito e senza oneri economici per l’ente locale”.
Secondo Capurro sono stati “La buona gestione della cooperativa Il Ce.Sto, accompagnata da un numero di migranti ospitato ben inferiore alle 47 unità previste inizialmente, ad aver consentito di rivedere in positivo la trasformazione degli attuali Cas di Recco in Sprar. Vale la pena ricordare che a differenza dei Cas, dove il Comune ospitante non ha nessun ruolo nella gestione e nel controllo e può solo sperare nella bontà del gestore, negli Sprar il Comune è parte attiva nella individuazione degli ospiti e degli appartamenti oltre che al controllo della gestione”.
L’esperienza maturata a Recco, secondo Capurro, è “un esempio positivo di accoglienza a conferma di come numeri piccoli, accoglienza diffusa e buona gestione costituiscano il giusto compromesso per governare bene il fenomeno”.