Genova. Oggi è il giorno della riunione del consiglio di amministrazione di Autostrade per l’Italia, riunione che – come già preannunciato dal gruppo – servirà per decidere se (ma non dovrebbero esserci sorprese) e come (qui, forse, qualcuna in più) rispondere sulla richiesta di pagamento di quasi 450 milioni per i lavori di demolizione e ricostruzione del Ponte Morandi a
Genova, gli espropri e gli indennizzi. Domani, 18 gennaio, è fissato invece il board della holding Atlantia, di cui Aspi fa parte.
Il cda valuterà richieste del commissario straordinario per la ricostruzione Marco Bucci che il 20 dicembre aveva annunciato di avere inviato ad Autostrade la cosiddetta “lettera fondi”. Si parlava, in quella lettera, di 400 milioni di euro piu Iva (tra le voci di spesa, la costruzione del nuovo viadotto dovrebbe costare circa 220 milioni, 20 sono previsti per la demolizione, altri 72 milioni per gli indennizzi agli sfollati). Autostrade, in base alla legge di conversione del decreto Genova, aveva tempo fino a 30 giorni per rispondere.
La società, che a dicembre ha deciso di ricorrere contro il decreto Genova ma senza bloccare i lavori, avrebbe proseguito a dialogare con la struttura commissariale per arrivare a un’intesa sulle modalità di versamento, intesa che non dovrebbe pregiudicare né i lavori di demolizione e ricostruzione né l’attesa dei ristori economici da parte di famiglie e imprese. Se c’è chi vorrebbe buttare acqua sul fuoco, specialmente in questa fase di attesa, c’è chi non olla la presa.
Il Governo non smette di parlare di concessione: “E’ in un corso procedimento amministrativo – ha detto Toninelli – che penso si chiuderà con la decadenza”.
Resta aperto per Autostrade per l’Italia, intanto, anche il tema del rinnovo dei vertici, sia della figura dell’Ad Giovanni Castellucci (che passerebbe a dirigere Atlantia) sia di quella del presidente Fabio Cerchiai.