Genova. Si aprono cinque giornate cruciali per le vicende legate a Ponte Morandi. Cinque giornate intense sull’asse tra Genova e Roma sia sul fronte delle “carte” e delle decisioni sia su quello delle opere.
Domani, giovedì 17 gennaio, si svolgerà il consiglio di amministrazione di Autostrade per l’Italia che darà il via libera al pagamento degli importi richiesti dal commissario Marco Bucci: 449 milioni per indennizzi, ricostruzione, demolizione, rimborsi. Tutto. Sì, ma come? Probabilmente in tranche separate. Ed è per questo che potrebbero entrare in gioco anche alcune banche. C’è già un accordo di massima, i cui profili però non sono ancora noti. Il novembre scorso il gruppo Atlantia non aveva distribuiti l’acconto sui dividenti accantonando 350 milioni di euro quale stima preliminare degli oneri direttamente collegati al crollo di una sezione del Viadotto Polcevera a Genova.
Nella ”lista della spesa” di Bucci rientrano i costi di ricostruzione del nuovo ponte, 230 milioni compreso l’incarico di project managing, altri 19 per la demolizione, gli indennizzi alle 266 famiglie sfollate, ai proprietari degli immobili abbandonati dopo il crollo, alle imprese e altre voci.
Pensare che 449 milioni sono comunque qualcosa di meno rispetto al mezzo miliardo, tondo tondo, che Aspi avrebbe messo sul piatto – così aveva annunciato l’ad Castellucci nella prima conferenza stampa dopo il crollo del ponte, in agosto – in caso fosse stata affidata a loro tutta la partita della ricostruzione.
Venerdì 18 gennaio sarà il giorno della firma del contratto “unico” per la demolizione e ricostruzione del ponte di Genova. Lo aveva dichiarato la settimana scorsa il sindaco e commissario Marco Bucci, lo ha confermato oggi il ministro dei Trasporti e Infrastrutture Danilo Toninelli: “Venerdì firmiamo il contratto”. Toninelli che potrebbe, secondo indiscrezioni, essere a Genova per quel giorno, insieme al presidente del consiglio Giuseppe Conte. “Unico”, tra virgolette, perché si tratterà di un unico appalto, come auspicato da Bucci, ma con responsabilità ben separate tra costruttori e demolitori. Non ci sarà un general contractor ma un coordinamento (che sarà di Salini Fincantieri).
Sabato 19 e domenica 20 gennaio potrebbero essere i giorni di riposo. No, perché i lavori propedeutici alla demolizione di ponte Morandi, sul lato ovest, proseguono senza sosta. I piani parlano di attività su tutti i sette giorni della settimana, su tutti i turni disponibili. In queste ore, comunque, anche i vertici delle aziende impegnate nella demolizione sono testa a cuocere sulla limatura del contratto di affidamento lavori. L’obbiettivo è comunque arrivare a iniziare a smantellare il moncone del viadotto la settimana prossima.
Il 20 gennaio è anche il giorno in cui, teoricamente, gli sfollati avrebbero dovuto ricevere sui loro conti i ristori legati alla cessione delle abitazioni. In realtà si tratta di una data teorica. Lo stesso comitato ipotizza di accedere ai soldi entro i primi dieci giorni di febbraio.
Il 21 gennaio si apre la settimana dello smantellamento del moncone ovest che, inizierà, ha detto il sindaco Marco Bucci, il 24. Prima però ci saranno altri lavori da svolgere, dalla scarificazione dell’asfalto allo smantellamento dei jersey in cemento. Il giorno successivo – martedì 22 gennaio – Bucci incontrerà nuovamente i rappresentanti degli abitanti ai confini alla zona rossa.