Genova. Sono profondi e ancora molto evidenti i segni lasciati da Euroflora 2018 sui prati storici dei Parchi di Nervi. A poco più di nove mesi dalla chiusura dell’evento l’attesa, e promessa, rinascita sembra non essere ancora arrivata: quello che rimane, spenti i riflettori, sono per ora solo cicatrici.
Sembrano lontani secoli i giorni delle passerelle, durante i quali migliaia di persone si accalcavano a visitare la kermesse dedicata a piante e fiori nei prestigiosi parchi famosi in tutto il mondo. Rovinandoli.
Al contempo, le promesse di rilancio dei parchi, ad oggi non sembrano essere mantenute: sui prati si vedono evidenti le tracce delle installazioni e delle composizioni, mentre in diversi punti gli impianti di irrigazione, che erano stati un problema già durante l’esposizione, risultano guasti, con perdite o malfunzionamenti.
Dove prima c’era il labirinto, oggi c’è un prato spellacchiato, dove prima c’era la “Red Wave” con le sue 14 mila margherite rosse, ora ci sono le strisce di erba secca o quasi, dove c’era la ‘talpona’, terriccio da vivaio. Il tutto sotto le decine di piante rare, storiche e monumentali.
Gli operai Aster sono al lavoro per mettere a punto alcune parti dell’impianto: la stagione sicuramente non aiuta, potrebbe commentare qualcuno, ma il confronto con il verde vivo e autentico di parti di prato non toccato da installazioni fa cadere ogni dubbio. A Nervi c’è un problema.
Nelle settimane che hanno seguito la fine della manifestazione, le critiche sulla gestione del post non sono mancate, come non sono mancate le promesse e le date di rilancio: tutte ‘best option” (l’ultima era il 30 giugno) che purtroppo non sembra essere state molto ‘best’.
E con questi dati si potrebbe discutere sul reale successo di Euroflora: se da un lato gli oltre 250 mila visitatori hanno permesso di chiudere in positivo il bilancio (stando a quanto detto dalla civica amministrazione, visto che il conto definitivo, compresi i costi delle partecipate, non è ancora stato presentato), va ricordato che il numero è stato quasi la metà dell’edizione precedente (che chiuse con circa 450 mila biglietti venduti ma in perdita di quasi 700 mila euro), e quasi metà delle recensioni on line lasciate dai visitatori erano negative (arrivando ad un rosicato 3,3 su 5 sulla pagina Facebook ufficiale). Se ci aggiungiamo le cicatrici ancora oggi visibili, forse il concetto di successo andrebbe almeno rivisto.
Il 7 maggio scorso il sindaco Bucci disse: “La prossima Euroflora sarà realizzata non solo a Nervi ma in maniera diffusa, se possibile, anche in altri parchi storici della città”. Forse è meglio di no.
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