Genova. Sono gli scout dell’Agesci, rigorosamente in divisa, ad aprire il corteo per “Genova accogliente e solidale”: in mano oltre allo striscione unitario diversi altri striscioni e cartelli: “Ero straniero e non mi avete accolto”, “Siamo dello stesso sangue tu ed io”, “Il futuro è già a colori”. Sono tantissimi, cominciano a sfilare quansi un po’ timidi poi si animano fino a cantare a squarciagola Bella ciao e ad urlare “Questa legge non la vogliano” riferita al decreto sicurezza.
E’ un corteo immenso quello che si è visto oggi pomeriggio a Genova oltre 10 mila le persone in piazza. Forse anche di più e lo spazio di Matteotti non è stato sufficiente per tutti i partecipanti al momento dei comizi finali. Una grande soddisfazione per il coordinamento Genova città aperta che raccoglie 130 associazioni e che ha lavorato sodo per tenere le fila di una piazza variegata come non si vedeva dai tempi del G8. Decine e decine le associazioni, dall’Anpi all’Arci dal Cesto alle varie associazioni di cittadini stranieri, ai sindacati (o meglio la Cgil che già fa parte del coordinamento Genova solidale) al mondo politico. Il Pd per evitare polemiche questa volta non ha portato le bandiere ma erano diversi gli esponenti in piazza, così come gli amministratori. I centri sociali si sono messi in coda con la loro piattaforma ma sfilando insieme a tutti gli altri. Poi il mondo scout, la vera novità per Genova, che ha portato in piazza almeno 2 mila ragazzi. Il gruppo più numeroso, rumoroso e vivace senza dubbio, che ha fatto capire senza mezzi termini che il mondo cattolico sulla scia di papa Francesco, una posizione l’ha presa.
Una manifestazione contro la scelta di lasciare in mare le navi cariche di persone che fuggono dalla guerra cercano una vita dignitosa, ma soprattutto una manifestazione per: “Siamo qui “per” chiedere più welfare e più diritti per tutti – spiega Stefano Kovac dell’Arci – più che “contro” qualcosa anche se ci opponiamo al decreto sicurezza e soprattutto chiediamo la liberazione dei 47 migranti che si trovano a bordo della nave Sea Watch”.
La manifestazione partita dalla Stazione marittima e diretta in piazza Matteotti attraverso via Gramsci e fontane Marose, si è fermata per qualche minuto all’altezza del Mem, il museo Memorie e migrazioni all’interno del Galata: qui, nell’acqua della vecchia darsena, sono state depositate delle rose per ricordare le migliaia di morti nelle traversate in mare. In galleria, tra la Zecca e piazza Corvetto, i tanti giovani e meno giovani presenti in corteo, hanno intonato Bella Ciao.

“C’è una Genova meravigliosa e inedita che va dal mondo cattolico a quello sindacale e che vuole dire che la soglia della disumanità è stata superata” aggiunge Domenico Chionetti, portavoce della comunità di San Benedetto al porto – e che vuole una Genova aperta e solidale”.
Come evidente, uno dei temi fondamentali della manifestazione è stato quello delle politiche del governo sulla gestione dei rifugiati e richiedenti asilo. In piazza anche Alessandro Metz, armatore sociale della nave ong Mediterranea: “E’ stato dimostrato in tutti i modi che in assenza di navi solidali le persone muoiono solo che questo non si sa ed è il motivo per cui non ci vogliono”. Metz prosegue: “Noi siamo là, siamo nel mare Mediterraneo perché pensiamo che solo così potremo salvarci, molto più salvare, salvare quel che ci rimane di umanità e di dignità, salvando ci salviamo. Don Gallo ci ha dato l’insegnamento più grande: il crimine maggiore è quello dell’indifferenza, oggi questa piazza a Genova ci ha dimostrato che sono in tantissimi che non vogliono più essere indifferenti e questo è il segnale migliore che potevamo dare alla Sea Watch che in questo momento ha 47 persone a bordo fra cui 13 minori”