La recensione

Il Maestro e Margherita al Teatro della Tosse, perché andarlo a vedereevento

In scena sino a domenica 20 gennaio al Teatro della Tosse

Genova. Fare una riduzione teatrale di un testo complesso e ricchissimo come il Maestro e Margherita è già complesso. Proporre sul palco, in un’ora e mezza, i temi toccati nal romanzo di Michail Bulgakov, che si articola alternando il confronto tra Ponzio Pilato e Cristo, le persecuzioni politiche al “Maestro”, stroncato dalla critica ancor prima che il suo testo (che riguarda proprio Ponzio Pilato) venga presentato ufficialmente, l’amore con una donna sposata, Margherita Nikolaevna, la visita di Satana a Mosca, con la cricca di personaggi che lo accompagna, è una sfida non da poco. Il Teatro della Tosse, dopo il successo dell’anno scorso, ripropone la sua produzione (in scena ancora stasera, sabato 19 alle 20.30 e domani alle 18.30), realizzata in collaborazione con Balletto Civile.

Vicende che sottendono una riflessione ampia sul bene e il male, sul potere, sull’illusione e sulla verità, senza dimenticare una forte critica della società sovietica degli anni Trenta. Fate molta attenzione alle parole dette, soprattutto all’inizio dello spettacolo.

Un mix riuscito in cui il linguaggio della prosa, della danza e anche dell’animazione proiettata all’inizio dello spettacolo, riesce a rendere efficace proprio i vari piani narrativi che sono caratteristica del romanzo.

Ecco i tre motivi per cui consigliamo di andarlo a vedere:

Primo motivo – La presenza scenica degli attori-danzatori

Michela Lucenti su tutti nei panni di Margherita: prima riesce a rendere perfettamente l’inizio della storia d’amore con il suo Maestro, mediante un “passo a due” in cui i corpi arrivano anche a rotolarsi sopra i fogli del testo teatrale tanto contestato, poi è vera mattatrice, quando accetta di trasformarsi nella regina Margot, ospite del gran ballo di Satana, disposta a tutto pur di ritrovare l’amato, nel frattempo chiuso in un ospedale psichiatrico. L’espressività corporea che testimonia il cambiamento, indotto da un unguento da spalmare in tutto il corpo, è sorprendente. A ruota la seguono tutti gli altri attori-danzatori: Andreapietro Anselmi (Il Maestro), Pietro Fabbri (Rimskij), Maurizio Camilli (Voland), Fabio Wolf (Behemot), Emanuela Serra (Ella La strega), Stefano Pettenella (Azazello) e in vari ruoli i danzatori di Balletto Civile: Marianna Moccia, Alessandro Pallecchi, Stefano Pettenella, Paolo Rosini, Emanuela Serra, Giulia Spattini.

Nutrivamo grande attesa per il sabba infernale organizzato da Satana-Voland e non siamo stati delusi: corpi praticamente nudi, coperti solo da slip color carne,  movimenti sensuali, ma anche innaturali, in alcuni casi al limite della disarticolazione.

Secondo motivo – Lo “sfondamento” della quarta parete

Ancor prima dell’inizio dello spettacolo si è accolti dalla musica di sottofondo di un pianoforte suonato dal vivo da Fabio Wolf e da un Azazello truccato come Joker di Batman, che accompagna gli spettatori al loro posto. Lo spettacolo, gioca e interagisce continuamente con il pubblico, rendendo il tutto più coinvolgente. Il diavolo e i suoi demoni conducono il gioco in modo magistrale.

Terzo motivo – Le sorprese vocali

Non ci saremmo mai aspettati un “Nel blu dipinto di blu” cantato da Margherita durante il volo su Mosca, ma non è l’unica piacevole sorpresa vocale dello spettacolo. Altro aspetto che si interseca alla perfezione nel flusso narrativo.

Il punto debole

Il Maestro e Margherita targato Teatro della Tosse-Balletto Civile è un vero e proprio crescendo, per questo, se proprio dobbiamo fare un appunto, il punto debole è proprio all’inizio, nella proiezione delle animazioni video di Paolo Bonfiglio che riguardano proprio il dialogo tra Ponzio Pilato e Iesua Ha-nozryGesù. Lo spettatore potrebbe non essere pronto a tutto ciò, almeno a inizio spettacolo.

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