Genova. I sostituti procuratori Walter Cotugno e Massimo Terrile che coordinano le indagini sul crollo del ponte Morandi, che ha portato con sé 43 vittime, vogliono stringere i tempi sull’inchiesta. Per questo hanno chiesto al primo gruppo della guardia di finanza che cura le indagini una relazione finale su quanto svolto dal 14 agosto ad oggi. Lo riportano questa mattina i quotidiani genovesi.
Al momento sono 21 gli indagati, dai vertici di Aspi ai funzionari del Mise. Ma il numero è destinato a salire, anche se probabilmente i nomi che si aggiungeranno rientreranno in un secondo filone. “E’ arrivato il momento di tirare le fila – ha detto ieri il procuratore Francesco Cozzi – e non si escludono nuovi indagati prima dell’avvio del secondo incidente probatorio”.
Il secondo incidente probatorio, quello sulle cause del crollo, dovrebbe cominciare in primavera non appena si sarà concluso quello in corso che si occupa invece solo dello stato del ponte al momento del crollo. I periti del gip sono al lavoro e potrebbero presentare la relazione già l’8 febbraio quando è stata fissata la prima udienza dopo le vacanze di Natale.
Circa i nuovi nomi che potrebbero finire nell’inchiesta si parla di una lista di una ventina di persone almeno, in gran parte dirigenti di Aspi che non avrebbero fatto quanto dovevano soprattutto in tema di controlli. Le posizioni di alcuni di loro, sentiti come persone informate sui fatti in questi mesi, si sono aggravate proprio a causa di testimonianze giudicata dagli investigatori piene di lacune e reticenze se non addirittura con lo scopo di depistare l’inchiesta.