Genova. “Aspettiamo entro oggi una risposta da Palazzo San Giorgio”. Il console della Compagnia Unica, Antonio Benvenuti, per adesso, resta in attesa, ma non nasconde le sue preoccupazioni per una situazione che rischia di diventare esplosiva. Ancora una volta i camalli genovesi vedono a rischio i loro stipendi a causa, principalmente, dai ritardi dei terminalisti nel pagamento delle giornate lavorate.
Un problema che, in un bilancio sempre difficile da chiudere, come quello della Culmv, alle prese con una riorganizzazione che prevede, tra l’altro, un taglio dei costi, diventa determinante. Nei giorni scorsi, quindi, l’incontro tra i sindacati, i delegati e i vertici del Compagnia e l’Authority che si è resa disponibile a portare avanti la trattativa.
“Loro si sono incaricati di ottenere una parte di quello che ci spetta – spiega il Console – una piccola parte, necessaria a pagare gli stipendi. Questo incarico è di venerdì e penso che si stia ancora sviluppando, serve la chiamata dei terminalisti, ma Autorità Portuale deve anche dare qualche risposta sull’indennizzo ponte, del quale non sappiamo i tempi precisi”.
Su tutto, ovviamente pesa la “spada di damocle” di una protesta che potrebbe rompere quella “pace sociale” conquistata da Paride Batini e mantenuta in questi anni da Benvenuto e dai vertici della Compagnia. Una pace sociale che ha permesso lo sviluppo del porto ma che, adesso, con la proclamazione da parte dei sindacati dello stato di agitazione, sembra scricchiolare.
Domani si terrà l’assemblea dei soci della Culmv che dovrà decidere cosa fare a fronte della situazione che si sarà delineata in queste ore. “Io devo sapere quali sono i riscontri avuti da Autorità Portuale – dichiara Benvenuti – ma i risultati devono arrivare entro la giornata, altrimenti domani in assemblea che cosa diciamo alla nostra gente?”