Protesta

In piazza gli abitanti ai confini della zona rossa, incontro con il sindaco: “Avremo centraline e osservatori su salute e ricostruzione” fotogallery

Concentramento davanti a palazzo Tursi e corteo verso la prefettura. In manifestazione anche i bambini

Genova. Gilet arancioni – “ma non c’entra nulla con la protesta francese”, dicono – per il servizio d’ordine, donne in apertura del corteo e persino qualche bambino per cui stamani la scuola è stata un optional: si sono radunati davanti a palazzo Tursi, sede del Comune di Genova, gli abitanti ai confini della zona rossa. Prima di partire in corteo, in direzione della prefettura dove è fissato un incontro con la prefetto Fiamma Spena, un faccia a faccia con il sindaco e commissario Marco Bucci.

“Abbiano ottenuto qualcosa e siamo contenti: saranno installate a breve delle centraline per il monitoraggio di aria e per l’acustica in modo da avere sotto controllo la situazione”, ha detto Fabrizio Bellotti, presidente del comitato abitanti confini zona rossa, al termine dell’incontro. “Con il commissario – ha aggiunto Belotti – faremo incontri periodici, il primo dovrebbe essere il 22. Inoltre sono stati definiti due osservatori, uno su ambiente e uno sulla riqualificazione, e noi saremo presenti come delegazione per portare proposte e per ascoltare”.

Dopo la tappa in Prefettura il corteo è arrivato in piazza De Ferrari. “L’incontro con il prefetto era indipensabile e doveroso – spiega Belotti – il prefetto si è preso carico delle nostre istanze e le porterà al governo. E’ evidente che non è lei ad avere i soldi, ma l’incontro è stato comunque importante”.

La manifestazione è terminata poco prima delle tredici, dopo la conclusionne dell’incontro con il governatore Toti. Alla Regione i rappresentanti delle 300 famiglie escluse al momento da ogni indennizzo hanno chiesto il riconoscimento degli indennizzi previsti dalla legge regionale del Pris. Toti, dal canto suo, ha ricordato come per il ponte Morandi la normativa regionale sia stata superata da quella nazionale ma si è detto possibilista che il governo stanzi i fondi per indennizzare anche gli abitanti ai confini della zona rossa attraverso un qualunque decreto omnibus. Per tracciare precisamente il perimetro dell’area, come già detto dal sindaco e commissario Marco Bucci, occorrerà attendere il progetto esecutivo della ricostruzione. All’incontro con il governatore hanno partecipato anche i consiglieri regionale del Pd, Giovanni Lunardon e Pippo Rossetti. “Possiamo essere marginalmente contenti- dice Fabrizio Belotti al megafono – usciamo con alcune armi e molti frutti per arrivare a traguardi positivi”.

Il comitato riunisce le 300 famiglie di via Capello, via Fillak e via Campi e via Porro escluse al momento da ogni risarcimento ma che saranno costretti a vivere per almeno un anno tra polveri e cantieri. Alcuni di loro chiedono di essere trasferiti temporaneamente. Tra i principali timori degli abitanti quello della possibile presenza di amianto, non tanto nei monconi che verranno abbattuti ma nei vari edifici e manufatti che faranno la stessa fine.

Oltre agli indennizzi e a maggiori garanzie rispetto alla sicurezza dei lavori gli abitanti chiedono anche a essere coinvolti nel percorso che definirà il futuro dei quartieri sotto e attorno al nuovo viadotto. Alla manifestazione hanno dato la loro solidarietà fra gli altri Cgil, Cisl e Uil, le associazioni liguri dei consumatori, il Pd genovese e il M5S di Genova e diverse associazioni e comitati di Certosa e del Campasso oltre al comitato degli sfollati.

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