Genova. L’ipotesi di una nazionalizzazione di Banca Carige è “meno che non concreta, più che astratta. Se vi viene in mente un aggettivo che porti all’esclusione dell’ipotesi, è quello”. Pietro Modiano, commissario di Banca Carige, a margine della conferenza stampa nella sede dell’istituto di credito genovese durante la quale è stato presentato il rinnovo del servizio di gestione della tesoreria della Regione Liguria.
Modiano ha risposto ai giornalisti sull’ipotesi, citata anche dal sottosegretario Giancarlo Giorgetti, di una nazionalizzazione spiegando che: “E’ un’ipotesi più che teorica che è stata evocata dal decreto governativo per dire che, qualunque cosa succede a Carige, la banca non cadrà fino all’ipotesi estrema che richiederebbe una capitalizzazione precauzionale. Ma, appunto, resta un’ipotesi astratta”.
“Se un esponente del governo, che non credo si occupi di questa materia, dice questo – prosegue Modiano – credo che sia perché è un po’ condizionato dall’idea che bisogna rispondere alla domanda teorica che cosa succede se una banca italiana va in estrema crisi. E a questa domanda teorica si risponde come si vuole. Se si applica a Carige, è un’ipotesi che non c’è”.
Dal vertice della banca, comunque, arrivano ampie rassicurazioni ai risparmiatori. “La banca c’è, è viva e lo dimostra oggi l’accordo fatto con Regione Liguria – ha sottolineato il commissario di Banca Carige Fabio Innocenzi – e dal fatto che c’è un decreto del governo che persino ci dà la garanzia sull’emissione delle obbligazioni e quindi è un elemento definitivo di rassicurazione per i nostri clienti”.
Stesse rassicurazioni anche per i lavoratori gruppo, che vivono con preoccupazione questa fase delicata. “Dei lavoratori abbiamo bisogno perché noi siamo banca di relazione, abbiamo bisogno di loro per il lavoro da fare con i nostri clienti. Il nostro valore, anche in ottica di aggregazione, viene proprio dai colleghi che lavorano con i clienti”.
Nel corso dell’incontro, che si è tenuto al termine della conferenza stampa, i commissari hanno voluto anche sottolineare le differenze con altre banche a cui Carige era stata paragonata. “Per salvare Carige bastano 320 milioni – ha detto Modiano – che sono quelli che il fondo interbancario, nel suo ramo volontario, aveva stanziato come obbligazione subordinata. Una cifra che ci metteva in condizione di rispettare i parametri europei e che era destinata a essere convertita in capitale se l’assemblea l’avesse autorizzata. Tutti i problemi che ci assimilano ad altri salvataggi miliardari non hanno niente a che fare con la realtà”.