A 20 anni dalla morte

A palazzo Ducale il ricordo di Fabrizio De André, la grande risposta di Genova: centinaia in coda

Dori Ghezzi: "Le persone lo pensano senza mitizzarlo, ora lavoriamo per dare vita a una scuola per cantautori a Genova". Cristiano: "Mio padre è con me sul palco"

Genova. Il pubblico – e qualcuno è arrivato persino dalla Sicilia e dalla Sardegna – si è presentato di buon ora davanti all’ingresso di palazzo Ducale ed è stato paziente (più o meno) in coda fino al pomeriggio, per entrare, ed esserci, nel giorno in cui Genova ha ricordato Fabrizio De André a 20 anni esatti dalla sua scomparsa. “Preferisco ricordarlo il 18 febbraio, il giorno del suo compleanno”, dice commosso Cristiano, il figlio, aggiungendo che sul palco, oggi, “ci sarà anche lui”.

Patrimonio collettivo, culturale, italiano ma soprattutto genovese, la memoria di Fabrizio De Andrè ha richiamato migliaia di persone all’evento che ha visto sul palco, oltre a Cristiano De André e Dori Ghezzi, anche personaggi come Fabio Fazio, Gino Paoli, Antonio De Scalzi, Neri Marcoré, Morgan, e i padroni di casa Luca Bizzarri e Ilaria Cavo.

“E’ speciale il modo in cui le persone ricordano Fabrizio – ha detto Dori Ghezzi, la compagna di una vita, felice per la buona riuscita dell’iniziativa – senza mitizzarlo, ma pensandolo per la persona che era e l’artista che era, quello che vogliamo da oggi è riuscire finalmente a dare la dignità che merita alla figura del cantautorato, perché anche se Dylan ha vinto il nobel, c’è ancora tanta strada da fare”. L’idea è quella di dare vita a una scuola dei cantautori “in modo che possano nascere nuovi talenti, di De André non ce ne saranno più, di Fossati neppure, ma ci saranno altri, altrettanto validi, diversi”. Della scuola dei cantautori parla anche l’assessore alla Cultura e Istruzione della Regione Liguria, Ilaria Cavo: “La scuola e la casa dei cantautori saranno due istituzioni nuove per Genova, negli spazi dell’abbazia di San Giuliano in corso Italia, a pochi passi da Boccadasse, uno dei luoghi più amati da Faber e da tanti altri esponenti della scuola genovese”.

Dal passato al presente. Anzi, presentissimo. Dori Ghezzi sorprende dimostrando di conoscere e apprezzare The André, il giovane fenomeno nato sui social che canta con la voce di Fabrizio i testi della musica indie e trap. “L’ho conosciuto e l’ho sentito dal vivo – dice – è bravissimo e preparato e credo sia importante il suo lavoro perché porta verso la conoscenza di mio marito anche giovani e giovanissimi che magari non l’avrebbero mai scoperto”.

Nel giorno in cui a Genova Toti e Bucci ricordano l’artista – e a livello nazionale lo fa anche il vicepremier Matteo Salvini, noto fan del cantautore genovese – qualcuno ricorda che forse i temi da lui sollevati in molta della sua produzione oggi non sarebbero considerati comodi. Così l’attore Neri Marcoré: “Oggi De André canterebbe i migranti, e lo farebbe a modo suo, in modo originale, a un livello che nessuno di noi potrebbe arrivare” e anche Luca Bizzarri, conduttore, comico e presidente di palazzo Ducale: “In questi giorni in cui i valori di Fabrizio non sempre vengono considerati tali, manca la sua voce, manca quella di Don Gallo, manca anche quella del suo amico Paolo Villaggio che forse oggi avrebbe avuto anche lui qualcosa da dire”.

La giornata è stata segnata anche da una polemica, quella sulla gestione organizzativa dell’evento. L’altra faccia della medaglia del grande afflusso di pubblico è stata la lunga attesa che le persone, anche anziane, hanno dovuto sopportare al freddo e in piedi. “Avrebbero dovuto avvertire di questo rischio – dice una cittadina proveniente dalla Spezia – invece su internet c’era solo scritto che l’ingresso sarebbe stato libero fino a esaurimento posti, avrebbero potuto utilizzare dei biglietti numerati progressivamente ed evitarci ore e ore di coda”. Qualcuno, peraltro, dopo aver atteso per circa 5 ore non ha potuto comunque entrare nella sala. Per loro, e per altri cittadini e turisti interessati, è stato predisposto un maxischermo nel cortile di palazzo Ducale.

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