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Turismo, stanze vuote negli alberghi: la retorica del Ponte stride con Capodanno. Ma per Regione e Comune va tutto bene

Un comunicato snocciola dati positivi nei primi 11 mesi del 2018. E l'ex assessore Elisa Serafini, che alla buona riuscita di quei mesi aveva lavorato, avverte: "Il pesto non basta"

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Genova. Forse alla fine il dato non sarà tragico come il -30% ipotizzato dal presidente di Federalberghi Genova Gianluca Faziola, dato relativo alle prenotazioni per il periodo di Capodanno in città, ma un calo nel booking tra il 20% e il 30% viene confermato anche da sparuti albergatori, in diverse zone del centro e con strutture di diverse tipologie, e anche Laura Gazzolo, di Confindustria Turismo – pur preferendo non azzardare stime e attendere i numeri reali alla fine delle feste – afferma: “Speriamo che questi ultimi giorni portino un last minute importante”.

Anche su Airbnb, offerta turistica difficilmente tracciabile, se ci tenta di prenotare per il weekend di Capodanno, si trovano a disposizione il 54% delle case presenti sul portale (circa 150 su 306).

Magari non è l’“effetto Ponte”. Uno dei motivi del calo di attenzione turistica nei confronti di Genova potrebbe anche essere legato a una diminuzione della percezione del rischio attentati e al fatto che le persone siano tornate a viaggiare all’estero, oppure anche alla crisi economica e alla necessitò di risparmiare, o alla volontà di diversificare i periodi di vacanza optando per giorni non di “alta stagione”. Però non possiamo non pensare che il brand “Genova nel cuore” va bene per le donazioni e per farci commuovere davanti a un video su Facebook ma forse non spinge i turisti a venire qua, a divertirsi, mangiare, scoprire. Spendere.

Sulla strategia comunicativa del marketing territoriale post crollo oggi si è espressa con un lungo post su Facebook l’ex assessore del Comune di Genova Elisa Serafini.

Serafini scrive: “E’ evidente che questa retorica compassionevole, non sta servendo a nulla. La scelta è stata quella di trasformare Genova e la Liguria nella nuova Amatrice. Comprate il pesto, piangete i morti, a tempo indeterminato. Questo approccio, però, uccide la percezione di una città. Oggi Genova è percepita come una città inefficiente e depressa, dove non succede nulla, si piange, e per “aiutarla” si può solo comprare il pesto. Si è scelto di ridurre gli eventi a piccole iniziative silenziose, per non “offendere le vittime”. Ma cosa si intende con “non offendere le vittime”? Far perdere introiti ad albergatori e commercianti vuol dire non offendere le vittime? Far rischiare il posto di lavoro a imprenditori e dipendenti, vuol dire non offendere le vittime?”

Se le stime degli albergatori fanno tremare le ginocchia – ma sono solo stime – c’è un dato che invece è matematica ed è il numero delle visite al sito di promozione ufficiale “visitgenoa”. Meno 20% anche lì. Forse perché negli ultimi tempi gli investimenti si sono spostati dalla diffusione del brand worldwide all’investimento su iniziative locali? Dotare gli alberghi di tablet (sono stati pagati con la tassa di soggiorno e distribuiti a partire da gennaio) può essere una buona idea, ma prima bisogna riempirli di turisti che, i tablet, li usino. A proposito di tassa di soggiorno, la strategia dell’attuale giunta comunale sembra sempre più orientata a utilizzare quelle risorse, per creare infrastrutture leggere (dotazione digitale), piccoli interventi sul territorio e non, invece, a organizzare e supportare grandi eventi. (L’esperimento di riposizionamento del brand con la campagna all’estero (le fotografie stile selfie) è ancora in corso e vedremo se porterà risultati).

Il Capodanno genovese, realizzato da Comune e Regione, grazie al contributo importante di MSC e Intesa San Paolo, sarà comunque uno show per chi è già in città ma difficilmente porterà persone da fuori a scegliere appositamente le piazze e le vie genovesi. Alessio Bertallot è un grande dj e speaker radiofonico (forse un po’ passato) ma forse è conosciuto da un 2% della popolazione. I giochi di luci con i versi dei poeti genovesi, “nice try”. Provate a leggere “Arsenio” sulla facciata di palazzo Ducale mentre vi muovete tra la folla. Auguri.

Speriamo di essere smentiti, i nostri timori e le preoccupazioni alimentati dagli addetti ai lavori, all’indomani del 1 gennaio, o anche alla fine del periodo natalizio, ma – vista la tensione – il comunicato stampa emesso oggi dalla Regione Liguria e firmato sia dall’assessore regionale al Turismo Gianni Berrino sia da quello Comunale Paola Bordilli, ci lascia aperto qualche interrogativo. Intanto parla del risultato di Genova nei primi 11 mesi dell’anno, quelli in cui ci sono stati Euroflora, il Nautico e altri grandi eventi programmati nell’anno precedente, ma soprattutto non fa un minimo accenno a questo mese, importantissimo, e però inevitabilmente azzoppato da una serie di fattori, primo dei quali la ricaduta mediatica del crollo del ponte.

Nel comunicato si parla di 1 milione e 900mila presenze registrate nei primi 11 mesi dell’anno nel Comune di Genova, circa 100.000 in più rispetto al 2017 con un incremento del 2,88% delle presenze. “In particolare nel mese di novembre si è avuto un incremento di oltre il 9% che ha pareggiato, in termini di trend positivo di mercato, gli investimenti in comunicazione e le sinergie di marketing messe in campo con i principali operatori del settore”. O forse il fatto è che il novembre 2017 era stato particolarmente negativo? “Abbiamo cercato – dicono l’assessore regionale al Turismo Gianni Berrino e l’assessore comunale Paola Bordilli – di mettere in campo una serie di campagne di comunicazione per invitare i turisti a venire a Genova, compiendo anche un gesto di solidarietà nei confronti della città. Azioni che sicuramente sono state efficaci e hanno premiato, facendo registrare riscontri positivi soprattutto nel capoluogo”. “È evidente a tutti l’impegno delle istituzioni per sostenere al meglio Genova e la Liguria, dopo il crollo del ponte e i danni conseguenti alla mareggiata dell’ottobre scorso – continua Berrino – Infatti nel bilancio regionale è stato raddoppiato il budget di Agenzia in Liguria per incrementare la promozione sui mercati esteri ed è prevista la nostra partecipazione, dopo anni, alle fiere di Berlino e Londra, dopo essere stati a Stoccolma, in occasione della premiazione dei Nobel, unendo un’importante iniziativa di marketing turistico”. Il comunicato è molto lungo, ma del rischio flop per Natale e Capodanno non parla.

Genova sta ancora vivendo il suo momento d’oro sul fronte del turismo. I ristoranti e i locali si moltiplicano, aprono nuovi alberghi, fioriscono le attività di servizi legati al turismo. Siamo belli e siamo conosciuti. Ma quest’onda lunga prima o poi rischia di esaurirsi. Non siamo Roma o Firenze o le Cinque Terre, non possiamo permetterci di vivere di rendita. E l’ultima cosa che ci serve è un turismo della tragedia, alla ground zero. Non piacerebbe neanche al sindaco Bucci, ne siamo sicuri.

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