Cerimonia

Terzo Valico, Salini: “Pronti ad assumere 2200 lavoratori, ma opera va sbloccata”. Toti: “Di qui passa il futuro del Paese”

Alla messa per Santa Barbara nel tunnel di Fegino la difesa della grande opera arriva anche dal cardinale Bagnasco: "Stopparla sarebbe un suicidio"

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Genova. I lavori nel tunnel al varco sud del cantiere di Fegino, una delle porzioni più importanti per la rete del terzo valico ferroviario, sono in stallo da tempo. Ed è per questo che quando l’ad di Salini Impregilo, il gruppo dell’edilizia capofila del consorzio Cociv, dice ai “suoi” operai che sa come devono essersi sentiti in queste settimane, con l’incertezza sulla prosecuzione dell’opera, riceve in risposta un forte applauso. L’occasione è la celebrazione della messa per Santa Barbara, santa patrona dei minatori, officiata dall’arcivescovo di Genova Angelo Bagnasco che, non a caso, nell’omelia, ha affermato: “Non proseguire quest’opera sarebbe un suicidio per l’intero Paese”.

Persino dal cardinale quello che è sembrato un riferimento ai processi politici che dovranno sbloccare la grande opera, a partire dall’analisi costi-benefici portata avanti dal ministero “a cinquestelle” delle Infrastrutture e trasporti di Danilo Toninelli. “Sono certo che l’intelligenza e l’onestà con cui si guarda a quest’opera continuerà a tradursi in un accompagnamento tempestivo e accelerato, perché prima si conclude l’opera prima avremo uno strumento per lo sviluppo”.

Anche il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha dichiarato, in un cortocircuito tra sacro e “civile”, che “Finire il terzo valico è il più grande regalo di Natale che possiamo fare al Paese, da liguri e da genovesi”. “E’ chiaro a tutti che quest’opera è irreversibile – sostiene Toti – in queste gallerie corre un pezzo di futuro del Paese. Dalla filosofia del terzo valico corre il Paese, la filosofia di chi vuole modernizzare l’Italia rendendola finalmente efficiente”. Giovanni Toti ha assistito alla messa di Santa Barbara, caschetto protettivo in mano, fianco a fianco con l’ad di Salini Impregilo, azienda che – tra le altre cose – è tra quelle che si sono candidate a ricostruire il ponte di Genova e che oltre al terzo valico, potrebbe avere ruoli importanti anche nella costruzione di altre grande opere cruciali per il territorio ligure.

“Serve sicurezza del lavoro e sicurezza per il lavoro. Il contratto per il Terzo Valico risale al 1992 e si sta ancora discutendo, a galleria quasi fatta, se si debba realizzare o no. Io mi vergogno, come imprenditore, di non poter assicurare a tutti gli operai che il loro lavoro possa continuare”, ha detto Piero Salini. “Oggi, come Salini Impregilo, con i contratti firmati potremmo creare 5.000 posti di lavoro, invece non possiamo per la burocrazia”, ha aggiunto. “I soldi ci sono ma servono le firme sui contratti, non bastano gli annunci, bisogna poter pagare gli stipendi” ha detto ancora Pietro Salini a margine della cerimonia. “In Italia stiamo pensando di dare degli stipendi senza dare lavoro, e’ un’idea, ma io preferisco dare lavoro”. Soltanto con la prosecuzione del Terzo Valico, al momento in stand-by per via dell’analisi costi-benefici voluta dal governo, secondo Salini “si potrebbero assumere, domani, altre 2200 persone. Io mi auguro che il viceministro Rixi, questa sera, rientri nel suo ufficio e inizi a far mettere le firme che servono per andare avanti”.

E Rixi, dal canto suo, conferma che: “Il terzo valico è la più importante opera del Paese. Sono certo che non ci sia più alcun dubbio che l’opera sarà portata avanti, e si devono trovare sistemi per recuperare tempo e superare problemi burocratici, come ha detto Salini, bisogna non solo sbloccare i fondi ma aumentare maestranze”. Non solo: “Vorrei fosse chiaro che bisogna rivedere anche l’accordo di programma con Ferrovie perché bisogna anticipare i lavori tra Tortona e Milano altrimenti l’alta velocità fino a Milano non l’avremo fino al 2025 o 2026 e questo non è accettabile”.

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