Normalità

San Martino, ungolati nelle aiuole. Il video virale e la “banalità del cinghiale”

Il policlinico ha ripristinato la recinzione ma ha sporto denuncia contro ignoti per il danneggiamento di reti e lucchetti

Genova. In una mattina come altre, ordinaria e di lavoro, nei quartieri che fanno cerniera tra zona urbana e contorno “rupestre”, è molto facile imbattersi in cinghiali che stanno rientrando da una nottata passata alla ricerca di cibo. Il video che sta diventando virale in queste ore, che riporta un simpatico dialogo tra l’operatore e i perplessi ungolati, oltre al siparietto di rito ci ricorda ancora come per il genovese la convivenza con certe bestie sia diventata urbanamente normale. Banale.

Gli avvistamenti in vie e piazze, infatti, oramai non si contano più, e se fino a qualche anno fa si parlava ciclicamente di “emergenza cinghiali”, oggi foto e video di capatine fuori dai boschi della selvaggina non fanno più notizia e scalpore.

Anche per i cinghiali stessi, oramai abituati alla presenza di quello strano animale, come dobbiamo sembrare ai nostri concittadini a quattro zampe, che ti punta una tavoletta luminosa davanti e ride. Insomma, forse sarà grazie ai cinghiali che la popolazione genovese si potrà dire nuovamente in aumento?

Intanto dalla direzione del policlinico comunicano che l’ospedale ha provveduto a proprie spese a ripristinare tutte le recinzioni necessarie nel perimetro a nord, confinante con la zona boschiva. “Vi è però l’evidenza del fatto che le recinzioni, compresi alcuni lucchetti, siano state danneggiate dall’uomo e che gli stessi ungulati vengano nutriti. A tal proposito, per il danneggiamento, è in corso la presentazione di un esposto contro ignoti alle autorità competenti” si legge in una nota.

“Il nostro servizio di prevenzione inoltre, che sta operando con gli uomini della sicurezza interna per risalire a chi ha danneggiato le strutture – si legge ancora – si è messo in contatto con le guardie zoofile regionali, che hanno provveduto tempestivamente a posizionare tre gabbie di cattura per la ricollocazione degli animali lontano dal perimetro ospedaliero. Ad oggi sono state esperite tutte le azioni rese possibili dalle norme nazionali vigenti”.

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