L'intervista

Ponte Morandi, la procura: “Sequestro parte est almeno fino a febbraio”

Il procuratore Cozzi: "Difficile ipotizzare ricostruzione e demolizione insieme sennò si bloccherebbe la viabilità"

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Genova. Potrebbe essere stato un insieme di concause a far crollare il ponte Morandi e l’incidente probatorio sulle cause potrebbe partire anche prima della conclusione di questo attuale in corso sulle condizioni del ponte. Lo ha detto il procuratore capo Francesco Cozzi incontrando i giornalisti. Per Cozzi il ponte Morandi “era un corpo malato” e sono diverse le cause che potrebbero aver portato al crollo.

Circa le tempistiche della demolizione “la parte Est del ponte Morandi non potrà essere toccata prima di febbraio – ha spiegato Cozzi – perché non è chiaro se le modalità di demolizione sono compatibili con le esigenze dei periti. Per capire i tempi occorrerà che i periti del gip incontrino le imprese che si occupano della demolizione, ci sia un confronto e facciano la loro valutazione sentiti anche i consulenti delle parte. Per questo è stata fissata l’udienza dell’incidente probatorio all’8 febbraio e non prima, non certo per le vacanze di Natale”.

Per Cozzi “Non è possibile pensabile lavorare contemporaneamente sulla parte est per la demolizione e sulla parte ovest con la ricostruzione perché così si bloccherebbe tutta la viabilità che è appena stata riaperta”. In pratica quindi fino in primavera sarà impossibile pensare di avviare la ricostruzione anche se il commissario Bucci ha parlato ancora stamattina di possibili a

Rispetto alla parte est Cozzi ha anche spiegato che “uno dei propositi anche del commissario è quella di rinforzare la parte verso genova est in modo da consentire che questa tenga in sicurezza quando verranno abbattute le case. Questo consentirebbe che ai periti per esempio fare ispezioni visive dirette, carotaggi o fisicamente di andarci sopra”. Cozzi ovviamente vuole evitare qualunque polemica con le istituzioni deputate alla ricostruzione “noi abbiamo dimostrato di lavorare in assoluta sinergia nel rispetto delle rispettive esigenze e attribuzioni e questo ha consentito una velocità per esempio nella restituzione del traffico stradale alla Valpolcevera che ad agosto sarebbe stato impensabile”. Per il magistrato “interesse comune di tutti noi è da un lato fare giustizia e accertare fatti e responsabilità, dall’altro restituire un ponte alla città e a tutta la comunità”.

Cozzi ha detto che il 25 dicembre sarà a Certosa alla messa celebrata dal cardinale Angelo Bagnasco: “sarò soprattutto vicino ai parenti delle vittime. A loro prometto il massimo impegno nell’arrivare alla verità e nel rendere loro giustizia”

Per il 2019 il procuratore ha detto di augurarsi “che siano completati gli accertamenti non solo sulle condizioni del ponte ma siano accertati le cause del crollo e che siano messi più a fuoco eventuali profili di responsabilità penale”.

A chi gli ha chiesto se apprezza esteticamente il progetto di Renzo Piano per il nuovo ponte Cozzi ha risposto: “A me piaceva molto anche il ponte Morandi ma la fantasia e il talento sono belle cose, la sicurezza per è un’altra cosa e il tema sicurezza non è abbastanza tutelato, in questo Paese dove spesso sicurezza viene postposto al tema del profitto”.

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