Genova. La cosa che colpisce maggiormente, nel progetto presentato da Maffeis Engineering, assieme all’impresa Pizzarotti, è la scelta di non abbattere il vecchio viadotto, lasciando a una fase successiva ogni decisione, sulla demolizione o il recupero. Un ponte che si può costruire in 12 mesi è che prevede un tracciato su due livelli, uno per ogni senso di marcia, non lineare, ma fatto di curve e rettilinei che permettono all’automobilista di non distrarsi alla guida.
“Una task force di professionisti hanno collaborato per tenere insieme i temi dell’ingegneria, dell’architettura e del paesaggio – spiega l’azienda in una nota, puntando sull’innovazione delle soluzioni, con attenzione alla fattibilità e ai tempi. Assieme all’impresa Pizzarotti si è cercato di privilegiato una soluzione progettuale a doppio tracciato, su due livelli sovrapposti che disimpegna la linea del ponte esistente, da realizzare contestualmente all’eventuale demolizione del Morandi. Il tracciato a due livelli prevede il riuso degli accessi esistenti”.
“Maffeis, che nel suo gruppo si avvale anche della consulenza di docenti e professionisti come Carmen Andriani e Camillo Nuti – prosegue la nota – ha portato sul tavolo del commissario una soluzione con un impianto planimetrico indipendente, un tracciato non rettilineo per il nuovo Viadotto, unito all’ipotesi di una verde piazza urbana, da realizzare nell’area sottostante del Polcevera, in vista di un concorso di progettazione annunciato, per ricostruire il tessuto urbano”.