Genova. “That’s it”, ovvero “così è”. Il sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione Marco Bucci riassume con un’espressione inglese la complessa situazione relativa ai rimborsi per alcune tipologie di cittadini sfollati per il crollo di ponte Morandi. Bucci ha risposto alla domanda del proprietario, non residente, di un appartamento di via Porro, la strada ora in zona rossa sotto il moncone est del viadotto, durante l’assemblea pubblica al teatro Govi di Bolzaneto, in Valpolcevera.
Il sindaco ha ribadito che: “Gli indennizzi prevedono 2050 euro a metro quadro, più 45 mila euro di Pris e altri 36 mila di immediato sgombero, i proprietari ricevono solo i soldi della rendita a metro quadro”. Il tema, durante un’altra assemblea pubblica, lunedì scorso in un altro teatro cittadino aveva acceso gli animi dei proprietari, una fronda dei quali si dice pronta a fare ricorso contro la cessione delle case. “Io spero che non ci siano problemi – dice Bucci – se qualcuno si rifiuta di cedere la propria abitazione noi, per legge, dobbiamo espropriare e non conviene a nessuno perché si perde il 10% dell’indennizzo”.
La polemica ha una base concreta, però. La definizione degli indennizzi ribadita dal sindaco si rifà al parere dell’avvocatura di stato pubblicata nello scorso fine settimana, ma di fatto la legge di conversione del decreto Genova stabilisce che i fondi del Pris sono dovuti ai proprietari e non agli inquilini. Quindi, un rischio ricorso, esiste. Ma per legge le cessioni degli appartamenti devono essere effettuate entro il 20 dicembre, ovvero entro un mese dalla pubblicazione della legge.
Il sindaco ha parlato anche della possibilità di un terzo rientro negli appartamenti degli sfollati. “Cerchiamo di fare il possibile, visto che la demolizione della parte est potrebbe partire tra gennaio e febbraio a seconda del progetto”.