Genova. “Vergognatevi davvero, avete fatto il registro delle famiglie tradizionali che sono oggi meno del 30% di quelle di una città che di famiglie ne ha tante e diverse” dicono Laura Guidetti e Ilaria Gibelli quando il corteo del Liguria Pride passa fermandosi un attimo di fronte a palazzo Tursi. Obiettivo della protesta, a cui oggi hanno partecipato alcune centinaia di genovesi tra cui molte famiglie arcobaleno, è proprio la civica amministrazione che ha presentato reclamo contro il decreto del tribunale di Genova che ha dichiarato la legittimità della doppia registrazione di due madri di una bimba genovese.
Se il Comune ha ribadito più volte che non si tratta di una sentenza ideologica ma solo del rispetto della legge “come è attualmente la legge”, le famiglie scese in piazza non la pensano allo stesso modo: “Come ha detto in aula l’avvocato e consigliere comunale Alessandro Terrile – spiega Ilaria Gibelli anche lei avvocato e portavoce delle famiglie arcobaleno – una sentenza fa la legge tra le parti quindi se il tribunale stabilisce che la seconda mamma, quella che ha partorito la bambina possa essere riconosciuta e iscritta come madre significa che la legge tra le parti c’è, quindi è una scelta che riteniamo ideologica e per questo siamo qua oggi”.
Per Stefano Musso che con il suo compagno Giovanni ha un bimbo di due anni: “La mancata doppia registrazione significa in pratica una minore tutela del bambino o della bambina. Basti pensare a cosa accadrebbe se venisse a mancare la madre biologica oppure, in caso di separazione, se la genitrice biologica non volesse più far vedere il figlio alla compagna. Quello che vogliamo far capire è che questa è una chiara discriminazione delle coppie omosessuali che decidono di mettere su famiglia rispetto alle altre e che ad andarci di mezzo saranno solo i bambini”.