Il tavolo

Ilva, società per Cornigliano “salvagente” se Mittal non rispettasse gli impegni

Questa mattina incntro al Mise: a fine gennaio bando per la bonifica dell ex centrale elettrica

ilva ex centrale termoelettrica

Roma. Genova. Società per Cornigliano, la società pubblica nata nel 2005 dopo la firma dell’accordo di programma dell’Ilva di Genova, avrà il ruolo di salvagente per il futuro dei 474 lavoratori che oggi non sono assunti direttamente da Mittal. E’ quanto emerso dall’incontro tecnico sull’Ilva di Genova che si è svolto oggi al Mise e che ha visto un confronto tra sindacati, commissari, Regione Liguria, società per Cornigliano e Arcelor Mittal.

“Anzitutto abbiamo chiesto che i lavori di pubblica utilità – spiega il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro – non siano rinnovati di anno in anno ma siano salvaguardai da qui al 2023, cioè alla conclusione del piano industriale di Mittal”.Entro questo periodo, infatti, i giganti dell’acciaio si sono impegnati ad assumere i lavoratori che eventualmente non abbiamo trovato una collocazione alternativa o accettato la buonuscita.

“Solo se Mittal per qualche ragione non rispettasse i suoi impegni – spiega Manganaro – allora entrerebbe in gioco società per Cornigliano grazie all’impegno economico che il governo ha garantito in caso di necessità”. Intanto tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio del 2019 verrà emanato un bando per individuare la società che dovrà occuparsi della bonifica della ex centrale elettrica di Ilva: una volta individuata la società incaricata dei lavori non è escluso che alcuni dei lavoratori attualmente in cassa integrazione potranno essere, dopo una formazione ad hoc, impegnati in queste attività.

“Come Fim – spiega il segretario Alessandro Vella – abbiamo ribadito che per noi resta valido l’accordo dello scorso 6 settembre che vede Arcelor Mittal impegnata a riassorbire tutti i lavoratori ancora in amministrazione straordinaria. Bene il bando proposto da Ilva in AS ma vanno monitorati i tempi di realizzazione per evitare ulteriori allungamenti nei tempi sul tavolo resta comunque la criticità che tutte le proposte emerse oggi attualmente prive di risorse certe e di un piano con relativo cronoprogramma degli interventi”.

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