Anno da dimenticare

Il Natale del lavoro che non c’è più: per il dipendenti Qui! Group otto mesi senza reddito

"L'anno più triste per Genova" dicono i sindacati. Dalle serrande abbassate della Rinascente ai licenziamenti New Log alle incertezze per Piaggio Aero

Genova. E’ un Natale del lavoro che non c’è più o che potrebbe andare perso quello che chiude questo 2018 funestato dal tragico crollo del ponte Morandi. La Rinascente che ha fatto la storia del commercio e dei grandi magazzini a Genova ha chiuso il 4 novembre dopo 60 anni. E ha lasciato a casa una cinquantina di dipendenti diretti e altrettanti indiretti. Le luci spente e le saracinesche abbassate nei grandi locali di via XII ottobre fanno ancora più impressione in questi giorni di acquisti natalizi.

Anche i lavoratori della QuiGroup hanno perso il lavoro quest’autunno: 600 dipendenti per l’azienda genovese che produce ticket restaurant, di cui oltre 300 a Genova. Lavoratori che da settembre sono senza stipendio: “E’ una situazione drammatica – dice Marco Carmassi, segretario generale Filcams Cgil – visto che prima con la procedura fallimentare e poi con l’accordo raggiunto a fine novembre questi lavoratori da 4 mesi non vedono un euro se non quei 20 giorni relativi al periodo pre fallimento di settembre che siamo riusciti a far sbloccare e purtroppo per la Naspi ci vorrà altrettanto, quindi fino a marzo continueranno ad essere senza reddito alcuno”. Carmassi è molto critico nei confronti delle istituzioni locali: “Regione e Comune millantano tavoli mai partiti e non sono riusciti a salvare un solo posto di lavoro. Solo rispetto alla rinascente sembrava dovesse arrivare chiunque invece anche a causa degli altissimi canoni di locazione che chiede Carige, proprietaria dell’immobile, sembra destinato a restare deserto”.

Oltre ai casi noti, il commercio “vive il Natale più triste che Genova abbia mai visto” dice amaro Carmassi. Accanto ai casi noti delle grandi aziende che hanno chiuso ci sono le piccole imprese che chiudono ogni giorno e di cui i sindacati riescono a tenere traccia solo quando viene richiesto l’accesso agli ammortizzatori sociali: “E’ uno stillicidio continuo dovuto in parte ai mancati guadagni o alla crescita dei costi a causa della viabilità post crollo del ponte: uno, due, tre posti di lavoro al giorno vengono polverizzati nel silenzio delle istituzioni”.

Se il commercio quest’anno piange, il settore metalmeccanico non ride.
Se l’Ilva sembra essere scampata a quello che avrebbe potuto essere un disastro annunciato, la situazione di Piaggio Aero, dopo che la proprietà ha chiesto e ottenuto dal Mise l’amministrazione straordinaria resta incerta. “Non sono per niente rassicurato dall’incontro con il governo – dice il segretario genovese della Fiom Bruno Manganaro – visto che comunque si sono presi altri tre mesi e trasferire oltre 700 milioni dal militare al civile non lo vedo cosi semplice”. Per fortuna gli stipendi di dicembre, dopo la manifestazione della settimana scorsa, sono stati pagati

Altra situazione incerta nonostante in apparenza al momento si tratti di un sblocco è quella di Fincantieri: “Rixi ha annunciato che ci sono 200 milioni all’autorità portuale per Genova – spiega Manganaro – ma sinceramente non credo siano solo per il ribaltamento a mare e soprattutto nell’incontro che abbiamo avuto il 19 dicembre in autorità portuale il progetto non è più quello vecchio da 70 milioni ma un progetto faraonico che ne costerà più di 200 e che soprattutto necessita di ripartire da zero con tutte le autorizzazioni e con la necessità di trovare i soldi”.
Il timore della Fiom è che “più l’opera diventa gigantesca più il rischio è quello che non venga più fatta per questo abbiamo chiesto un incontro urgente alle istituzioni”.

Sarà triste anche il Natale dei 27 lavoratori della New Log che saranno formalmente licenziati il 31 dicembre nonostante la lotta portata avanti per mesi contro il colosso di Postel e che non è certo finita. Dopo il presidio di martedì proprio per denunciare che non erano stati pagati gli stipendi, l’azienda ha fatto sapere che oggi provvederà con un bonifico urgente, ma per Genova restano altri 27 posti di lavoro in meno e difficilmente verranno recuperati.

Sotto il ponte Morandi ovviamente le cose non vanno meglio: Lamparelli, Vergano e Piccardo, tre aziende della zona rossa, hanno chiuso e ceduto gli spazi alla struttura commissariale lasciando a casa 19 dipendenti. Chiudendo hanno escluso che i loro dipendenti potessero accedere agli ammortizzatori sociali. Per loro non c’è nulla nella manovra, ma il sindaco commissario Marco Bucci ha garantito l’assunzione da parte del Comune.

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